CSSEO. L’uomo massa

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L’uomo massa. Dalle tempeste d’acciaio alle tempeste metropolitane

Mercoledi 19 gennaio 2011, alle 17,30, a Trento, nella Sala Manzoni della Biblioteca comunale (Via Roma 55) il Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale organizza l’incontro-dibattito L’uomo massa. Dalle tempeste d’acciaio alle tempeste metropolitane. Interviene Massimo Libardi. Introduce Fernando Orlandi.

Con l’intervento di Massimo Libardi prosegue Momenti di storia Mitteleuropea, un ciclo di incontri organizzato dal Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale in cui si intende raccontare, usando non solo fonti storiche ma anche letterarie, la Mitteleuropa, descrivendo dei momenti comuni alle culture e alle comunità che la costituiscono e che superano la storia delle singole compagini statuali dello spazio mitteleuropeo.

Una idea condivisa dei volontari della Grande guerra è stata quella dell’attesa di una palingenesi originata dal conflitto, da cui sarebbe sorto un uomo nuovo e una nuova società. La realtà fu molto diversa e tra tutte le illusioni che ne accompagnarono lo scoppio, quella di riuscire a trovare nelle trincee il senso della vita autentica fu tra le prime a cadere.
Ernst Jünger scrive che la guerra determinò “il significato soverchiante della materia. La guerra è culminata nella battaglia di materiali: macchine, ferro e sostanze esplosive costituivano i suoi fattori. L’uomo stesso era considerato un materiale”.
Eppure nelle trincee nacque un uomo nuovo: la straordinarietà degli eventi vissuti al fronte allontananò i soldati dalle retrovie. Numerose sono le testimonianze dell’incomunicabilità che separava i combattenti dai civili già durante la guerra, nelle rare licenze. Nelle trincee la vicinanza della morte costituì la base del cameratismo che dopo la guerra avrebbe legato i reduci.
E i reduci furono i soggetti dei movimenti politici che si affacciarono nel primo dopoguerra, movimenti caratterizzati dalla costituzione di corpi paramilitari come le milizie che si richiamavano all’esperienza bolscevica o i Freikorps in Germania e i fasci di combattimento in Italia.
La politica e la società dopo la Grande guerra cambiano radicalmente aspetto: le masse fanno irruzione nella vita pubblica, la determinano e la condizionano. Ed è proprio in relazione a queste esperienze che nasce uno dei grandi libri del Novecento, Massa e potere di Elias Canetti, iniziato negli anni Venti e pubblicato solo nel 1960. Nel 1922, a Francoforte, lo studente diciassettenne si trovò ad assistere a una manifestazione contro l’assassinio di Rathenau. Quel giorno egli sentì che la massa esercita un’attrazione enigmatica, qualcosa di paragonabile al fenomeno della gravitazione. Nel 1927, a Vienna, compiva un ulteriore passo: l’esperienza di essere nella massa, partecipando al grande corteo del 15 luglio, quando fu incendiato il Palazzo di Giustizia. La polizia sparò: novanta morti. Nelle sue memorie Canetti scriverà, a proposito della massa: “È un enigma che mi ha perseguitato per tutta la parte migliore della mia vita e, seppure sono arrivato a qualcosa, l’enigma nondimeno è restato tale”.
Altra opera che nasce dalla temperie della Grande guerra è L’operaio di Ernst Jünger: “Alle guerre dei cavalieri, dei re e dei cittadini – scrive – fanno seguito le guerre dei lavoratori – guerre della cui struttura razionale, e del cui estremo grado di spietatezza già il primo grande confronto del XX secolo ci ha fornito un presagio”. Jünger osserva che il passaggio alla pace non ha coinciso affatto con un ritorno alla vita di prima, ma è stato un processo altamente rivoluzionario, parzialmente soffocato in alcuni paesi, come in Francia e in Germania, e portato a termine in altri, come in Italia e in Russia, dove la Rivoluzione ha instaurato un nuovo e più organico regime a vocazione totalitaria: la mobilitazione alla guerra di tutta la società, dalle masse alle élites, è stata estesa come mobilitazione bellica al lavoro in tempi di pace.
Il passaggio dal fronte al fronte interno, dalla trincea alla metropoli, è ripercorso attraverso alcune cruciali opere della letteratura tedesca: I proscritti di Eric von Salomon, l’autobiografia di Elias Canetti; L’uomo senza qualità di Robert Musil, e I demoni di Heimito von Doderer.

Massimo Libardi è uno dei dirigenti del Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale. Ha al suo attivo una nutrita produzione scientifica. Fra i suoi lavori, Teorie delle parti e dell’intero. Mereologie estensionali (Centro studi per la filosofia mitteleuropea, 1991). Esiste uno stile di pensiero mitteleuropeo? (CSSEO, 2000), Il mondo dopo la caduta (Litodelta, 2008) e L’umana dimora di Orlando Gasperini (Litodelta, 2009). Assieme a Liliana Albertazzi e Roberto Poli ha pubblicato The School of Franz Brentano (Kluwer Academic, 1996). Assieme ad Alessandro Fontanari a curato l’edizione italiana di due volumi di Robert Musil, La valle incantata (Reverdito, 1986) e La guerra parallela (Reverdito, 1986). Assieme a Fernando Orlandi ha pubblicato Le definizioni storiografiche della Mitteleuropa (CSSEO, 2000), I confini della Mitteleuropa (CSSEO, 2000), Kriegsmaler. Pittori al fronte nella Grande guerra (con la collaborazione di Carl Kraus, Nicolodi, 2004) e Mitteleuropa: mito, letteratura, filosofia (Silvy, 2010).

Vi preghiamo di notare che, diversamente dal solito, l’incontro si terrà nella “Sala Manzoni” (e non nella “Sala degli Affreschi”) dellaBiblioteca comunale di Trento (Via Roma 55).

Il Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale è su Facebook. Visitateci e linkatevi!

CSSEO. L’uomo massaultima modifica: 2011-01-15T19:51:17+01:00da mangano1
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