STEFANO VACCARA, La droga della libertà

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STEFANO VACCARA
La droga della libertà

07-03-2011
Mentre in Nord Africa sale la febbre rivoluzionaria, nel mondo cosiddetto primo (ma di che? Non più nella crescita economica e se continua così non lo sarà nello slancio ideale) chi comanda sempre meno si chiede: ma come é potuto accadere così velocemente e senza avvertimento? Bisognava capirlo prima di fare altri colossali accordi con certi figuri. Certo, i despoti che con i nostri contratti bacia anello abbiamo mantenuto al potere per quasi mezzo secolo non sono immortali, ma ci auguravamo che i loro rampolli “educati” nelle nostre università, proseguissero nella continuità per la “stabilità” dei nostri affari… E invece tutto scorre nel Mediterraneo. Ma chi ha acceso la miccia che potrebbe far scoppiare di libertà i popoli del Medio Oriente e non solo, in un modo che non avevamo previsto?

Si scopre che gli islamisti di Al Qaeda o dei “fratelli musulmani” egiziani – che ovviamente cercheranno di approfittare delle piazze in rivolta – non erano in grado di convincere al martirio i giovani tunisini, egiziani, libici, algerini, yemeniti, che hanno preso nelle loro mani, anche a costo delle loro vite, il futuro della loro storia. Chi allora il “colpevole”?

Stefano Vaccara
Giornalista. Corrisponedente per Radio Radicale, columnist di America Oggi.

É internet ad aver messo in moto la gioventù nel mondo. Nei paesi abituati ad una certa libertà, il web non ha la stessa forza “devastante”, anzi il “social network” può avere effetti anestetizzanti. Ma in quell’altro mondo dove nessuno era mai cresciuto leggendo ciò che il potere non avesse filtrato, ecco che internet diventa il detonatore di una rivolta inarrestabile. La Libertà come una droga che una volta nel sangue si é pronti a tutto pur di non rinunciarci.

La possibilità di poter comunicare, scambiarsi idee, ma soprattutto la libertà di potersi informare su più fonti e immunizzarsi dalla propaganda. Questo sta avanzando inesorabilmente la rete, da Il Cairo a Tripoli, ma anche da Pechino a Roma. Diventa così una impresa immane per qualunque regime basato sulla propaganda riuscire a non farsi destabilizzare da una tecnologia che ha stravolto l’informazione nel mondo.
Mercoledì scorso alla conferenza stampa dell’ambasciatore cinese Li Baodong, presidente del Consiglio di sicurezza dell’Onu, l’esperto diplomatico ha dato un segnale preciso. Dopo la prima domanda che di rito spetta al presidente dell’associazione dei corrispondenti dell’Onu, mentre l’addetto stampa stava consultando il suo foglietto con la scaletta dei giornalisti, ecco che invece l’ambasciatore Baodong punta lo sguardo nella direzione opposta ed esclama: “You, Matthew. Fammi la tua domanda”. Matthew Russell Lee, ex avvocato ora giornalista-blogger che dal Palazzo di Vetro dell’ONU scrive su InnerCityPress.com. Sito scarno nella grafica ma essenziale, é diventato la spina nel fianco di chiunque, dal Segretario Generale Ban Ki-moon all’ambasciatore di una super potenza del Consiglio di Sicurezza, tenti di “addomesticare” l’informazione. Insomma chi vuol sapere quello che dall’ONU non vogliono che si sappia, leggere Russell Lee su InnerCityPress é un must! Così quando l’ambasciatore Baodong chiama ad alta voce Matthew invece che un giornalista dell’agenzia cinese, o del “New York Times”, o di “Al Jazeera”, sembra voler dire: avete visto, il gigante cinese non ha paura della democrazia, é pronto per la sfida di internet. Vediamo chi vince.
Fa tenerezza quel governo piccolo piccolo a Roma, che nella figura del suo premier Berlusconi, cerca pure di resuscitare la legge sulle intercettazioni, la cosiddetta legge bavaglio. L’autorevole Committee to Protect Journalists nel suo ultimo rapporto bacchetta l’Italia proprio su quella proposta di legge. Faccia pure Cavaliere, non vediamo l’ora di mettere on line, da questa America protetta dal First Amendment, tutto quello che il potere in Italia vorrebbe non far leggere, vedere o ascoltare agli italiani. Lo faremo come fa Matthew dall’ONU, senza effetti speciali, ma al massimo della libertà. Tutto ancora in lavorazione, grafica essenziale, ma sui contenuti saremo imprevedibili. L’indirizzo é usitmedia.com e indipendenti e forti saremo grazie all’intesa perfetta con la super “America Oggi” e il suo valoroso “Oggi7”. Come scrive Matthew alla fine di ogni suo articolo: “Watch this site”.

* Da “America Oggi”

STEFANO VACCARA, La droga della libertàultima modifica: 2011-03-07T18:08:27+01:00da mangano1
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