Mirella Mingardo, Comunisti a Milano 1919-1923

da VENTO LARGO
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SABATO 14 MAGGIO 2011
1919-1923 Comunisti a Milano

Molto si è scritto sulla nascita e i primi anni del Partito comunista, sulla Torino de l’Ordine nuovo e di Gramsci e (anche se in misura minore) sulla Napoli di Bordiga, pochissimo (per non dire quasi nulla) sulla storia della sinistra socialista milanese. “Comunisti a Milano” di Mirella Mingardo colma finalmente questa lacuna presentando un’ampia panoramica della situazione sociale e politica milanese negli anni 1919-1923. Filo conduttore è la sinistra socialista e poi comunista rappresentata da Bruno Fortichiari e Luigi Repossi. Il libro è completato da un esaustivo schedario biografico dei personaggi citati e da una ricca introduzione (di cui pubblichiamo la parte iniziale) a cura di Dino Erba.

Dino Erba

Milano tra riformismo e massimalismo

Che Milano sia la capitale “morale”, economica e politica d’Italia è un luogo comune, condiviso e accettato, su cui non vale la pena di insistere. Per questo motivo, la storiografia ha evidenziato il peso che Milano esercitò a favore dell’intervento nella Prima guerra mondiale e, successivamente, nella nascita del movimento fascista. Altrettanto non è avvenuto a proposito della nascita del Partito comunista, dove il ruolo della Sinistra milanese, ossia di Bruno Fortichiari e di Luigi Repossi, risulta del tutto subalterno ai torinesi, ossia Gramsci, e ai napoletani, ossia Bordiga.

La vulgata nazional-popolare di stampo togliattiano impose a lungo il gruppo torinese come artefice della fondazione del Partito comunista; solo nei primi anni Sessanta, grazie soprattutto a Luigi Cortesi e a Stefano Merli, emerse il ruolo di Bordiga e della Sinistra astensionista. Sorse allora un dibattito assai interessante, nel quale tuttavia prevalsero aspetti ideologici, che favorirono un’interpretazione spesso schematica. Il campo risultava diviso tra Torino, considerata punta di diamante dell’industrialismo italiano, grazie alla FIAT, e Napoli, giudicata ancora arretrata, se non feudale, benchè alcuni attenti storici, come Michele Fatica, avessero posto attenzione all’evoluzione e alle caratteristiche del modo di produzione capitalistico nel Mezzogiorno d’Italia.

Nei corni di questo dilemma, uno spazio del tutto marginale è stato riservato alla sinistra milanese, considerata tutt’al più una variante “nobile” del massimalismo. (…)

Il libro di Mirella Mingardo colma questa lacuna, la cui persistenza nel tempo dovrebbe farci riflettere sulla forza che assume l’ideologia, quando la “storia diventa ancella della politica”, come affermò Giorgio Amendola, uno dei grandi sacerdoti della religione nazionalpopolare del PCI.

Nel 1992, mirella Mingardo pubblicò Mussolini, Turati e Fortichiari: la formazione della sinistra socialista a Milano. 1912-1918, che costituisce la premessa alla successiva ricerca. Nel suo primo libro, delineava le tre ipotesi politiche – riformismo socialdemocratico, rivoluzione comunista e reazione fascista-, che di lì a poco sarebbero giunte a uno scontro, i cui esiti determinarono le sorti del nostro Paese per 25 anni, ma anche oltre. Questo scontro è appunto l’argomento affrontato da Comunisti a Milano.

Nell’esposizione emerge un’importante constatazione: finchè la Sinistra – prima socialista e poi comunista – esercitò la sua influenza nel movimento operaio milanese, il fascismo non riuscì a controllare la città, anzi ne restò a lungo ai margini, benchè fosse nato proprio a Milano. Il fascismo prese piede quando l’azione svolta prima dal socialismo massimalista e poi dalla “bolscevizzazione” fiaccò e indebolì la Sinistra. Seguendo l’evoluzione di questi due passaggi, Milano appare come un laboratorio di soluzioni politiche, le cui conseguenze si sarebbero poi estese a tutta Italia.

Mirella Mingardo
1919-1923 Comunisti a Milano
Quaderni di Pagine Marxiste, 2011
15 euro

Il volume può essere richiesto a http://www.paginemarxiste.it/

Mirella Mingardo, Comunisti a Milano 1919-1923ultima modifica: 2011-05-17T14:39:17+02:00da mangano1
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