NAOMI WOLF,Una società schiava dei suoi segreti

8/6/2011  da LA STAMPA

Una società schiava dei suoi segreti

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E’ impossibile oggi sentir parlare di scandali o reati sessuali – sia quello che coinvolge Dominique Strauss-Kahn o quelli dell’ex governatore di New York Eliot Spitzer, del primo ministro italiano Silvio Berlusconi, o della mezza dozzina di membri del Congresso degli Stati Uniti le cui carriere sono finite negli ultimi due anni – senza considerare il modo in cui sono stati presentati. Che cosa significa vivere in una società in cui la vigilanza è onnipresente?

Come il calore sotto le proverbiali rane messe a bollire, il livello di sorveglianza nelle democrazie occidentali è aumentato lentamente – ma molto più velocemente rispetto alla capacità di reazione dei cittadini. Negli Stati Uniti, per esempio, il Patriot Act del presidente George W. Bush è stato prorogato grazie a una serie di accordi sottobanco. Gli americani non lo vogliono e non erano stati consultati quando è stato emanato dai loro rappresentanti, sotto la pressione di un governo che chiedeva più potere sulla scia degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001. Questo pare non avere importanza.

Uno sforzo concertato è in corso negli Stati Uniti – e nel Regno Unito – per presentare la sorveglianza sotto un aspetto positivo. I passeggeri della metropolitana di New York ora sono avvisati che potrebbero verificarsi perquisizioni casuali delle loro borse. Gli attivisti in America sono ormai abituati a dare per scontato che le loro e-mail vengono lette e le loro telefonate monitorate. Infatti le società di telecomunicazioni Verizon e AT&T hanno stabilito nei loro locali delle aree per l’attività di intercettazione da parte della National Security Agency.

L’ondata di scandali a sfondo sessuale è segno di un degrado e di una corruzione più gravi di quanto sembrino realizzare la maggior parte dei commentatori. Sì, i criminali sessuali devono essere puniti, ma una carriera politica dopo l’altra, soprattutto in America, si chiudono a causa di relazioni consensuali.

Il sesso consensuale tra adulti è una questione privata. Ma ora che è possibile passare ai raggi X i personaggi pubblici – in particolare quelli considerati «di interesse» dalle agenzie di intelligence – le probabilità di compromettersi sono di gran lunga superiori a quelle dei giorni della vicenda Profumo nel Regno Unito, che nel 1960 portò alle dimissioni di un segretario alla Difesa britannico. E non c’è fine a questa strategia della sorveglianza ad alzo zero, data la natura delle informazioni reperibili in rete. Dopo tutto, il desiderio sessuale umano, soprattutto se porta a comportamenti a rischio o autodistruttivi, ha affascinato i drammaturghi fin dai tempi dell’Antica Grecia, da dove ha avuto origine la storia della vulnerabilità di Achille. E, poiché gli scandali sessuali sono sempre interessanti da leggere – se non altro in confronto a un’altra guerra non dichiarata, o a un salvataggio che ha creato posti di lavoro a un costo stimato di 850.000 dollari ciascuno – saranno sempre utili diversivi. L’attenzione dei cittadini può essere incanalata, ad esempio, lontano dai grandi furti aziendali e dalle malefatte del governo, verso narrazioni che coinvolgono due sventurati individui (e le loro mogli e figli, che di solito soffrono già abbastanza anche senza il respiro pesante dei media).

Un altro motivo per deplorare la normalizzazione della società della sorveglianza si trova nel legame tra vita sessuale privata e altri tipi di liberazione psicologica. Ecco perché le società chiuse monitorano la vita sessuale dei loro cittadini. La combinazione della sessualità e della privacy ha un effetto anarchico, sovversivo sui cittadini. Entrare in contatto con un’altra persona in modo svincolato, non civilizzato, non mediato, inosservato, ricorda inevitabilmente alla gente che ci sono aspetti dell’animo umano che non possono e non devono essere sottoposti a controllo ufficiale.

Per questo motivo le società chiuse e le società segreganti hanno sempre temuto i fautori della liberazione sessuale e hanno cercato di collegare la dissidenza politica con l’anarchia sessuale. Nel 1950 comunismo e «minaccia» omosessuale si sposano nell’immaginario pubblico americano. Nella Gran Bretagna decadente del 1890 femministe, socialisti e utopisti erano dipinti come la minaccia del libero amore alla vita familiare – anche se il loro programma non contemplava affatto la trasformazione dei costumi sessuali.

Ognuno ha dei segreti – questo è ciò che le persone capiscono troppo tardi, quando senza dare nell’occhio la società della sorveglianza si è già insediata. Pensate alla vostra privacy e ai vostri segreti. Se voi o il vostro coniuge avete tradito, vorreste discuterne in privato, o discuterne con il mondo intero – o trovarvi con un funzionario del governo che vi dice che ne parlerà lui con la vostra metà, a meno che non facciate quel che vi chiede? Si potrebbe anche scegliere di non affrontare affatto il problema. La maggior parte delle persone dà per scontato di avere tale scelta, perché non si rende conto che vivere in una società della sorveglianza significa che alla fine tutti devono affrontare le stesse ansie dei personaggi pubblici riguardo all’esposizione personale.

Naturalmente, la questione è più ampia: se sei un alcolista in via di recupero, hai una relazione con qualcuno del tuo stesso sesso, hai un problema con il gioco d’azzardo, soffri di disturbo bipolare o hai avuto con il tuo commercialista una conversazione in tema di tasse che sfiorava l’illecito, sei pronto per essere messo al bando?

La sorveglianza ufficiale è commercializzata come un imperativo imposto dalla sicurezza nazionale. In realtà, attribuisce allo Stato il potere di ricattare chiunque desideri. Prendiamo i dispacci diplomatici ufficiali statunitensi pubblicati da Wikileaks, che svelano come ai dipendenti del Dipartimento di Stato venisse chiesto di ottenere i «dati biometrici» dei pubblici funzionari presso le Nazioni Unite. Stiamo entrando nell’era della geopolitica del ricatto?

Forse dovremmo disinnescare le minacce poste da una società della sorveglianza istituendo una giornata annuale di amnistia. Nell’Amnesty Day – non una festa statale, di certo – dovremo rivelare ai nostri cari, ai cittadini, o ai datori di lavoro i segreti che pensiamo ci mettano a rischio.

Oppure si potrebbe lavorare per eliminare la minaccia di esposizione per i comportamenti privati. Per esempio, come consumatori di media, noi abbiamo potere: la prossima volta che vi spacciano uno scandalo sessuale, rifiutate di acquistarli. La scorrettezza sessuale – di qualsiasi genere – non è tra le cose più importanti al mondo, la perdita della libertà lo è.

Naomi Wolf è un’attivista politica e una critica sociale, il suo libro più recente è «Datemi la libertà: un manuale per rivoluzionari americani».

Copyright: Project Syndicate, 2011
www.project-syndicate.org

Traduzione di Carla Reschia

NAOMI WOLF,Una società schiava dei suoi segretiultima modifica: 2011-06-08T19:50:29+02:00da mangano1
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