Giovanna Caruso,NEPAL,VIAGGIO ATTRAVERSO LO SPECCHIO (2) E LE DONNE ?

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martedì 15 novembre 2011
NEPAL,VIAGGIO ATTRAVERSO LO SPECCHIO (2) E LE DONNE ?

A qualcuno che ha buona memoria o che ha letto libri di avventure verrà in mente che gli induisti avevano la simpatica e compassionevole abitudine di bruciare la moglie sulla pira del marito.
Questo avveniva sia in Nepal che in India,anche se i Newari nepalesi hanno inventato uno strattagemma per evitare questo orrore:
le fanciulle ,passato il momento della pubertà,vengono sposate  in gruppo  ,con una cerimonia che le vuole ingioiellate  e vestite di rosso come spose vere,ad un frutto che impersona il dio Narayan,incarnazione di Vishnu.
Così il matrimonio con un uomo rimane sempre…fasullo, e quando il marito umano muore la signora non rimane vedova.
Il che non è proprio come abolire direttamente  la pratica del “suttee” (il rogo della vedova),perchè,si sa,le tradizioni non si toccano,ma almeno…………

Ebbene,questa bella trovata ci dà l’idea precisa di quanto e come venga considerata la donna nel  sistema delle caste.
In pratica ,morto il marito,la donna non vale più niente e non ha più ragione di vivere,anche perchè la società la incolpa di averlo trascurato ,la famiglia di lui non la vuole,quella di origine ancora meno.
Nei luoghi sacri dell’induismo si vedono file  di vedove mendicanti,vestite di stracci biancastri……..
Al dio Shiva ,che incarna il Marito Ideale ed è il protettore delle donne,le ragazze chiedono perciò un marito che …muoia dopo di loro.

UNA PAUSA DEDICATA A SHIVA E ALLA SUA PARTE FEMINILE
Questo dio di distruzione ,che distrugge per ricreare , si manifesta in modi diversi,uno dei quali è Nataraja,o Re della Danza.
 Nel pantheon mondiale e’ il più strafigo fra tutte le divinita’ ,a mio parere.
Shiva,a contrario degli altri dei che si presentano ingioiellati e coi capelli imbrillantinati,gira nudo,cosparso di cenere,con i capelli alla Bob Marley (veramente sarebbe Bob Marley che si pettina come Shiva),indossa solo un perizoma alla Tarzan di pelle di tigre o leopardo e come collane e braccialetti ha dei cobra dal cappuccio aperto o delle file di semi di un albero sacro: Rudra.
E’ il piu’ antico degli dei ,la sua immagine si trova nelle monete delle civilta’ della valle dell’Indo.
Shiva protegge,oltre che le donne,i matti,i mendicanti,gli sfortunati,gli animali,spesso salva il mondo e l’umanità da pericoli tremendi e con la sua danza cosmica distrugge e ricrea gli universi in un divenire continuo che rappresenta splendidamente il concetto di una creazione in continua trasformazione.
Nella nostra superficiale educazione l’induismo viene presentato come una religione politeista:
in realtà non c’è niente di più sbagliato ,strettamente parlando è vero che l’induismo praticato dalle masse è un insieme di riti , cerimonie e superstizioni,ma originariamente e per le persone colte è una filosofia che propone una concezione non dualistica del divino.
Cioè,in soldoni:non si parla di dio e di creazione come di due entità  separate (dualismo),ma di un’unica entità,che si può chiamare il Sè Universale,della quale tutto fa parte,dove tutto respira insieme ,dove nulla si crea e nulla si distrugge,ma si trasforma,materia ed anima insieme, in un unico UNO .
Più monoteismo di così!
Ma la prte piu’ interessante viene adesso:come tutti gli dei,anche Shiva ha una meta’ femminile,che non e’ sua “moglie” come comunemente si crede : la meta’ femminile rappresenta l’energia creatrice del dio stesso,la Shakti”.
Senza la Shakti nessun  dio ha potere,e’ amorfo.
E la Shakti di Shiva a sua volta prende tanti aspetti,come Parvati e Uma ,ma il piu’ famoso e’ quello di  Kali,cioe’ il piu’ grande scatenamento di energia femminile  che si possa imaginare.
E’ vero,Kali ha una brutta fama nel mondo occidentale,legata ai sacrifici umani e di animali ,al fanatismo e alla distruzione.
Ma Kali e’ anche fertilita’ ,potenza, fede assoluta e,in un certo senso,anche anticonformismo (ma questo si vedra’ in un altro capitolo).

Naturalmente,come tutte le religioni ,l’induismo per fregare le donne a dovere parla di
RISPETTO,
cioè in pratica tutto quello che una donna deve subire è perchè la società la “rispetta tantissimo”.
Basta che non esca nemmeno un millimetro dal suo ruolo.

In India ( ed in Cina ) esiste un singolare problema creato dalla tecnologia moderna.
L’ecografia permette di vedere il sesso del feto e ciò,nonostante le proibizioni ,scatena un diluvio di aborti di bambine,sicchè i due paesi più popolati del mondo sono già in una crisi galoppante di “carenza sesso femminile” ……anche questo  dovrebbe  farci intravedere un bagliore su quanto conti la donna da queste parti.
Aggiungo:la nascita di una femmina è così poco gradita che l’augurio che si fa ad una donna che si sposa è:
“ti auguro 100 figli maschi”.

Intanto bisogna sapere che le donne sono soggette ad essere “JUTHO”,cioè,”IMPURE”,molto più degli uomini.
Avere le mestruazioni è la causa prima di “impurità”,le donne mestruate un tempo venivano relegate in una buia capanna fuori dai villaggi,dove si suppone si divertisssero finalmente a riposare.
Anche adesso non possono nemmeno entrare in cucina,non possono toccare niente in casa,e guai a loro se fanno una puja o entrano in un tempio: immediatmente tutto diventa “jutho” e la sciagura si abbatte su di loro.
Al quarto o quinto giorno si può fare  il bagno  e purificarsi con un rito.
Anche chi ha partorito è tremendamente “jutho”,e chi ha avuto un morto in casa …..non se ne parla !
In questo caso però sono “jutho” tutti i membri della famiglia,anche i lontani parenti.

Nella famiglia allargata tradizionale,dove zii e zie sono spesso chiamati “padre” e “madre” e i primi cugini sono considerati ,e chiamati,”fratelli” e “sorelle”,le bambine vengono cresciute fin da piccole come future spose e madri, e non hanno voce in capitolo sulla scelta del marito,che quasi sempre vedono solo dopo la cerimonia nuziale.
So che c’era ,o c’è,un’usanza secondo la quale vedere direttamente il viso della sposa era considerato sconveniente o di cattivo augurio,perciò gli sposi ,che sono accompagnati e messi sul letto ornato di fiori  da un codazzo di parenti ,venivano muniti di uno specchio o di un bacile d’acqua.
Lo sposo sollevava il velo rosso della sposa e ne vedeva l’immagine riflessa……
molto poetico,nei films,ma pensiamo a cosa vuol dire per una ragazza che non è mai uscita di casa trovarsi a letto con uno sconociuto,che poteva anche essere magari di 40 anni più vecchio di lei o mostruoso….
Certe tribù praticano addirittura il matrimonio di massa,che viene celebrato periodicamente : i vari clans si ritrovano e   bambini  e bambine di 12-13 anni vengono sposati con un rito collettivo.
Ero in India qualche anno fa quando ad un’assistente sociale che tentava di impedire questa pratica vennero amputate le mani perchè imparasse a farsi i cavoli suoi.

La giovane sposa va a vivere con la famiglia del marito,dove la suocera diventa la sua signora e padrona:addirittura presso i miti Newari nepalesi la suocera può ordinare il divorzio ,perfino se………….suo figlio manifesta troppo amore e attaccamento per la novella moglie !!!
La sposa deve ubbidirle in tutto  e per tutto,servire il marito e i suoi familiari,verrà adibita ai lavori più pesanti e sarà considerata minus quam merda finchè non avrà scodellato un bambino,possibilmente maschio,naturalmente.
In casa la giovane sposa non può mostrare il viso al suocero,nè rivolgergli la parola senza essere interpellata,nè parlare coi fratelli maggiori del marito.
La chicca è che non può pronunciare il nome del marito ,nemmeno per chiamarlo, perchè pronunciare un nome indica possesso e la sposa non può possedere il marito,solo viceversa.
Tutto questo ,naturalmente,per “rispetto”.

Esaminiamo ,per fare un intervallo,il tanto decantato “sari”,l’indumento-prigione delle donne induiste.
Viene indossato sopra un corpetto strettissimo (ideato dalla regina Vittoria,che in privato non disdegnava la compagnia del suo stalliere preferito e nemmeno l’alzare il gomito,ma che tuonava contro l’immoralità,altrui, e predicava ai sudditi  la morigeratezza) e una sottogonna lunga fino ai piedi.
Sopra si drappeggia il “sari”,cioè una striscia di stoffa lunga 5 o 7 metri ,avvolta più volte intorno alla vita e poi passata su una spalla e lasciata pendere sulla schiena  o messa sulla testa a mò di velo: con modestia,per carità.
E adesso controllate se è mai esistita un’indiana che ha vinto una medaglia d’oro alle olimpiadi.
Con questo fagotto intorno le donne ricche possano stare mollemente sedute su cuscini ricamati e chiacchierare con le amiche,dando ordini ai servi,e fare un figurone nelle foto così che gli occidentali esclamano:
“ma che meraviglia!
CHE ELEGANZA!
E’ come  il peplo!”
Intanto  le donne povere si arrampicano sulle armature di bambù per portare ai mariti muratori  un secchio di cemento che tengono in bilico sulla testa ,o spaccano  le pietre sotto il sole indiano per fare le strade,o zappano nei campi….a nessun marito indiano viene in mente di dire alla moglie di mettersi qualcosa di comodo e meno ingombrante ,e così le vediamo noi turisti:
macchie colorate scintillanti di ricami,dai polsi imprigionati nei braccialetti,le caviglie imprigionate nelle cavigliere,i movimenti resi difficili dal sari,il portamento altero di chi porta i pesi sulla testa,al lavoro sotto il sole implacabile ,gli occhi indecifrabili………
povere femministe indiane,contro cosa devono battersi.

Quando la giovane sposa comincia ad avere i figli grandi il suo stato nella famiglia si eleva,e può cominciare a pensare a quando suo figlio si sposerà e potrà,finalmente,essere lei una suocera e avere qualcuno da maltrattare………

Un capitolo tragico è quello degli stupri.
Non conosco dati statistici,ma leggo e sento che lo stupro,sia familiare che “di strada”,è una realtà spaventosa,nei villaggi più sperduti come nelle città.
Non viene quasi mai denunciato ,nelle classi alte ancora meno che in quelle basse (dicono i giornali),ed è subito con vergogna e rassegnazione,anche perchè nel caso che la sventurata vittima si rivolga alla polizia quasi sempre poi deve subire ulteriori  vessazioni dalla polizia stessa.
L’attuale governo maoista promette di indagare a livello capillare e cambiare la situazione,almeno sulla carta.

Le donne induiste  hanno solitamente uno sfogo ,cioè sparlano di noi donne occidentali,per motivi svariati.
 Per esempio,l’abitudine di mostrare parti del corpo che sono tabù,per prime le gambe .
Una donna induista può andare a tette nude e ombelico scoperto,ma davanti alle nostre ginocchia si grida allo scandalo e scattano gli insulti.
In più, i costumi “liberali” delle comunità hippies hanno creato,specie in certe zone,un’immagine della donna occidentale che pratica sesso con chiunque e in qualunque momento.
Per non parlare dei films occidentali con scene di sesso e delle riviste con donne seminude……
Infatti,gli abitanti del subcontinente indiano,Nepal incluso,con noi ci provano in continuazione,e i tentativi di approccio sono francamente orrendi.

In India c’è un forte movimento femminista,che certo non raggiunge capillarmente le realtà più arretrate dei villaggi o delle tribù nomadi.
In Nepal il movimento maoista ha visto le ragazze partecipare alla guerriglia al fianco degli uomini,addirittura c’erano gruppi combattenti al femminile ,organizzati ed addestrati,che portavano avanti azioni di guerriglia ,attentati ecc.
Questo partecipare alla lotta armata ha spazzato via in un decennio molti  tabù secolari nelle giovani generazioni,ma rimangono disparità abissali da colmare anche per quanto riguarda la parità di diritti secondo la legge .

Un dettaglio divertente:mentre nei libri e films di avventure si vedono
 crudeli sacerdoti che vogliono immolare fancuille avvenenenti,nella realtà il rischio di immolazione è appannaggio dei soli figli maschi,specie primogeniti.
Immolare una figlia che non vale niente non appagherebbe gli dei!

Invece il rischio di essere bruciate o uccise in altro modo perchè la famiglia non ha pagato la dote (la dote è un obbligo disapprovato perfino dai musulmani),è comunissimo anche al giorno d’oggi,ed è un impegno che di solito spetta alla suocera e al marito.
Di solito capita che le  giovani spose  vengano cosparse di cherosene e prendano fuoco “per disgrazia”.
Personalmente in Rajasthan ho tolto il saluto ad un cretino pieno di boria la cui famiglia non solo aveva praticamente venduta la sua bella sorella dandola in moglie ad un ricco alcolizzato,ma aveva rifiutato di riprenderla in casa quando lei,terrorizzata dalle minacce del marito (che esigeva l’intero pagamento della dote),si era rifugiata presso di loro.
La mattina dopo fu trovata annegata in un canale della città e la famiglia di lei pagò la polizia perchè registrasse il caso come incidente,sarebbe stato una scandalo se si fosse saputo (naturalmente ,lo sapevano tutti in città)….
che non avevano pagato la dote!
Gli ultimi casi registrati di “suttee”,o rogo della sposa ,abolito dagli inglesi,sono della fine degli anni ’80.
Le femministe sollevarono casini a non finire,scontrandosi con i bramini che sostenevano che bruciarsi sulla pira del marito fa parte….della libertà della donna.

Una della contraddizioni più lampanti è che in Asia,dove le donne vivono in una condizione che varia da  difficile a disperata,ce ne  sono tante  che arrivano ad essere capi di stato o primo ministro.
La prima fu la signora Bandaranaike ,a Sri Lanka,tantissimi anni fa,una vera pioniera.
Poi Indira Gandhi ,Corazon Aquino e addirittura ci sono state donne primo ministro in paesi musulmani assai tradizionalisti come il Bangla Desh e il Pakistan ,per non parlare della strada che ha fatto una straniera come Sonia Gandhi ,diventata prestigiosa leader del partito indiano del Congress,mentre un’altra  donna è presidente del paese.
La leader dell’opposizione nel Myanamar,  Aung San Suu Kyi,è figlia di un politico .
Bè ….devo dire che appunto perchè farsi strada è cosi difficile,che le donne che fanno carriera qui sono d’acciaio.
Ma c’e’ anche un altro fattore:
ognuna di loro è nata in un clan potentissimo,uno di quei  clan dove ,secondo l’antica tradizione ,il potere viene passato  da un membro all’altro,ma, ancora quasi come nelle antiche repubbliche aristocratiche,sempre all’interno del clan stesso.
Adesso in India si sta preparando la strada al Delfino,cioè il figlio di Sonia e di Rajiv Gandhi…….sembra che sua sorella non voglia saperne della politica.

In conclusione vorrei dire che ,nonostante le ragazze che girano in minigonna,copiando  le attrici dai vestiti occidentali,l’accesso più generalizzato ai posti di lavoro e l’ingresso in politica,sotto la superficie viaggiano ancora i tremendi tabù e le incredibili condizioni di asservimento delle donne
Si pensi che nella stragrande maggioranza ancora esiste la pratica di non registrare i matrimoni , per cui   in Nepal lotta per l’esistenza un numero impossibile da credere di ragazze madri che non percepiscono un soldo dai padri dei loro figli,perchè legalmente non sono mai stati i loro mariti.

Shiva però di questo non è contento,ve lo assicuro.

Giovanna Caruso

“Dans toute le minoritè intelligente il y a une majoritè d’imbeciles”

Andrè Malraux

Giovanna Caruso,NEPAL,VIAGGIO ATTRAVERSO LO SPECCHIO (2) E LE DONNE ?ultima modifica: 2011-11-16T10:47:40+01:00da mangano1
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Un pensiero su “Giovanna Caruso,NEPAL,VIAGGIO ATTRAVERSO LO SPECCHIO (2) E LE DONNE ?

  1. Cara Giovanna, per caso sono capitato in questa pagina tua. Che bella sorpresa!! Sono Vittorio Tabanelli, originalmente da Ravenna e amico d’infanzia di Franco Fiori, che purtroppo e’ deceduto qualche settimana fa. Io abito da 48 anni in Sud Africa dove sono finalmente in pensione!! Ho fatto l’ orafo.

    Mandami due righe di te, ciao, Vittorio

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