Maria R.Calderoni,Viva Marx, viva Lenin, viva Ma-ri-lyn

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da LIBERAZIONE 23 MARZO 2008

In un libro di Stampa Alternativa, le accuse alla diva (di spionaggio e comunismo) nel rapporto segreto dell’Fbi

Viva Marx, viva Lenin
viva Ma-ri-lyn!

La più bella del mondo, comunista. La più bella del mondo è ovviamente Marilyn Monroe, non importa che sia morta 46 anni fa, nella notte tra il 4 e 5 agosto 1962. Di lei e della sua morte si è scritto di tutto, oltre 600 i libri che di Marilyn trattano; il mito è rimasto e il mistero anche, ancora e per sempre lei è “la candela al vento” di cui ha cantato Elton John, la bionda più favolosa del pianeta.

«Hollywood l’ha creata, Hollywood l’ha distrutta», scrissero i giornali sovietici all’indomani della sua morte. Ma si sbagliavano. Marilyn l’ha distrutta l’Fbi.

E’ questa l’ultima “verità” della sua fine. Così come la racconta il libro di Mario La Ferla appena uscito in Italia, che ha per titolo Compagna Marilyn (Stampa Alternativa, pag. 291, euro 15) e per sottotitolo quattro righe esplosive: “Comunista, spia, cospiratrice. I retroscena della vita e della morte di Marilyn Monroe in un rapporto segreto dell’Fbi”.
hissà se lei lo ha mai saputo davvero, di essere una “compagna”, povera Norma Jean, nota a tutti come Marilyn Monroe. Se ha mai saputo di coltivare “relazioni pericolose”, in quegli anni di caccia ai “rossi” nell’America della Guerra Fredda.

Di sicuro, c’era un dossier targato Fbi intestato a lei, top secret. Dossier “M.M.”, come era stato classificato dal potentissimo Edgar Hoover, «il celebre, famigerato direttore dell’Fbi. Repubblicano, cattolico, moralista, patriota, sincero nemico dei “nemici” dell’America, odiava i Kennedy, a cominciare dal vecchio Joseph, democratico, ricchissimo e libertino».Sarà, per Marilyn, l’uomo fatale. Ma lei non lo saprà mai, «povera bionda – ha scritto Vittorio Zucconi – che prova a morire definitivamente da più di 40 anni…La donna che aveva sbagliato a vivere, non sapeva ancora che avrebbe sbagliato anche a morire».

Il mondo di Marilyn attrice famosa, dice La Ferla, assomiglia a una corte dei miracoli, dove accanto a qualche amico sincero, si agitavano sbirri corrotti, artisti del ricatto, ruffiani; poi «erano arrivati i boss di Cosa Nostra, e gli uomini politici destinati alla guida del paese».

Nome e cognome. Oltre John e Robert Kennedy, Marilyn in quegli anni conosce e frequenta «Sam Giancana e Joseph Rosselli, due pezzi da novanta di Cosa Nostra, amici di Frank Sinatra che era amico di Peter Lawford, l’attore inglese diventato cognato dei Kennedy, che a sua volta era amico di ex agenti federali passati al nemico, di ruffiani per miliardari…».

Appunto, l’ambiente è suggestivo, e infatti la villa bianca di stile messicano che l’attrice ha acquistato da pochi mesi e nella quale vive a Los Angeles, è opportunamente e magistralmente infestata di “cimici” che captano per gli spioni federali ogni parola e ogni sospiro (ogni rapporto sessuale) di Marilyn.

Diventata di volta in volta amante di John Kennedy, prima senatore, poi presidente degli Stati Uniti; quindi di Robert, ministro della Giustizia e poi, ma anche nello stesso tempo, dei gangster amici dei Kennedy, è diventata di conseguenza anche la preda speciale di Hoover.

Il dossier Fbi ricostruisce una immagine sorprendente e inedita dell’attrice. Muore la meravigliosa svampita dei film; il suo ritratto riscritto dai federali è quello di una donna intelligente, determinata, assidua frequentatrice di poeti, scrittori, personaggi del mondo della cultura, esponenti della Beat Generation e della sinistra radical.

E salta fuori che è di idee radical lei stessa, anzi è proprio una “comunista”, il dossier è in proposito meticoloso: il comunista Arthur Miller lo ha sposato, frequenta Elia Kazan e gli Strasberg (quelli infidi tutti filocomunisti dell’Actor’s Studio), prende posizione a favore dei neri, dei poveri e dei bambini abbandonati negli orfanotrofi, sostiene le battaglie per la difesa dei diritti civili. E coi Kennedy (preferibilmente a letto) parla pure di Urss e Cuba prendendone le difese; e persino scuce notizie su certi segretissimi e proibiti esperimenti nucleari che sono in programma…

La sua scheda diventa così quella di una donna “pericolosa”, che può mettere a repentaglio addirittura la «sicurezza della nazione». Tanto più che, si legge nel rapporto, fa spesso sospetti viaggi in Messico, E’ infatti qui, proprio nel febbraio 1962, l’anno della sua morte, che è in contatto con quelli dell’American Communist Group, tutti amici suoi, tutti intellettuali e attivisti politici perseguitati dalla legislazione maccartista e rifugiati in Messico. Tra essi, quel suo amico (e amante) Frederick Vanderbilt Field, il miliardario comunista, colui che provvede a passare al Cremlino e a Fidel Castro i segreti spifferati dalla “spia” Monroe .

Il rapporto riservato che l’Fbi invia alla Casa Bianca «è una relazione piena di rivelazioni terrificanti sul conto di Marilyn»: sarebbero state addirittura le sue privilegiate informazioni, raccolte in modo tanto speciale, tra le cause del “disastro” avvenuto alla Baia dei Porci.

Il rapporto porta la data del 26 luglio 1962. «Dieci giorni dopo l’attrice sarà uccisa brutalmente nella sua casa, sulle colline di Hollywood». Era il 4 agosto, un sabato. Anche la storia con Robert era finita e lei aveva convocato per il lunedì una conferenza stampa, aveva delle cose molto, molto interessanti da rivelare, sui Kennedy… Ma non ha potuto farlo, la compagna Marilyn.

Maria R.Calderoni,Viva Marx, viva Lenin, viva Ma-ri-lynultima modifica: 2008-03-23T13:25:00+01:00da mangano1
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