Ulderico Munzi, Un selvaggio nella Pleiade

45326d2cfccc1a9e2b1be23f3c25e171.jpgda LA STAMPA Ulderico Munzi, Un selvaggio nella pleiade CLAUDE LEVI_STRAUSS , che compie cento anni il 28 novembre ( nella foto) Ha cambiato il pensiero del 900 ma solo ora è un totem editoriale ++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++PARIGI A cent’anni, che compirà il 28 novembre, Claude Lévi-Strauss apre i battenti della Bibliothèque de la Pléiade e vi entra in ritardo e senza fanfara, quasi come «uno qualsiasi». Fino a qualche settimana fa, quanti seguono la navigazione editoriale di Gallimard si domandavano chi sarebbe stato il futuro «pléiadé»: Jünger, Beckett o lui, l’Uomo dei Tristi Tropici? Ebbene, il simbolico scanno della Pléiade va all’Uomo che ha cambiato il modo di pensare delle generazioni del dopoguerra. Le sue opere porteranno il numero 543. Meglio tardi che mai. Non deve stare lì a trepidare. Nella sua voce, del resto, si è sempre avvertito un gran distacco dalle cose del mondo. Da molto tempo Lévi-Strauss si osserva da lontano, come se avesse abbandonato i «nutrimenti terrestri»: le sue ricerche, le spedizioni tra gli indiani Nambikwara, Caduceo e Bororo del Mato Grosso, i tempi di New York, l’amicizia con Lacan, l’Académie. «La mia memoria, ha detto, è autodistruttrice». Da anni è silenzioso, tranne rarissime e faticose interviste e qualche apparizione, fino al 2007, al «suo» Collège de France. Chissà cosa pensava l’etnologo guardando il viavai di giovani così «selvaggi» e tanto diversi da quelli dei suoi giorni d’insegnamento? Forse, nel passare lo sguardo su di loro, riandava ai ricordi dell’infanzia e della prima giovinezza trascorsi nella Parigi di un sedicesimo arrondissement che sapeva ancora di campagna. Nel 1908, se vogliamo, era nato solo per caso a Bruxelles. Forse rivedeva il volto un po’ aspro del nonno, un rabbino di Versailles, che gli parlava dolcemente di Dio. Erano gli anni a cavallo della prima guerra mondiale ed era difficile, oggi come allora, raccontare con accento di fiaba del Dio ebraico.La mediocre Francia dei nostri giorni sentirà l’importanza del fatto che Lévi-Strauss è entrato nella Pléiade? Le opere le ha scelte lui stesso. Un po’ tutto: Tristi Tropici, Antropologia strutturale, il Totemismo oggi, Il pensiero selvaggio, Mitologiche (da Il Crudo e il Cotto a L’Uomo nudo), Lo sguardo lontano, eccetera. La Francia dei lettori correrà a comprare quel «mattone» di oltre duemila pagine? Un pensiero immediato: Sarkozy avrà mai letto Tristi Tropici? Tra gli intimi dei Lévi-Strauss, non pochi si debbono essere chiesti come abbia reagito nell’apprendere la notizia della Pléiade. Forse deve aver semplicemente emesso un sospiro. I suoi sospiri erano e sono famosi. C’è in quei sospiri tutto il senso del suo atteggiamento spirituale. Nell’archivio ho la registrazione di una delle interviste che mi ha concesso. L’ho riascoltata non appena è giunta la notizia del «rinsavire» di Gallimard. E ne ho colti tanti, di quei sospiri, tra pause e riluttanze. «Nelle parole e negli attimi che le separano c’è sempre il vero significato di un uomo»: ecco cosa ha detto quando ho chiesto il perché. Un giorno mi aveva chiesto di andarlo a trovare al Collège de France perché era uscito nelle librerie Regarder, écouter, lire, un’opera in cui abbandonava le terre lontane e scriveva di un pittore come Poussin e di un musicista come Rameau. Al mio arrivo Lévi-Strauss era affacciato alla balaustra accanto al suo studio che dominava la sala. Si doveva salire una scala di legno a chiocciola che mandava gemiti a ogni gradino. Com’era accaduto la prima volta che c’incontrammo, non si mostrò caloroso. Nel nastro la sua voce ha talvolta una cadenza ironica, come se si prendesse gioco di tutto e, specialmente, di quella «invenzione umana» che si chiama tempo. Ovviamente, gli chiesi notizie dello strutturalismo. Morto? Mummificato? Rispose infastidito: «Me ne hanno attribuito la paternità. E, tutto sommato, non è vero. Non dimentichi Saussure, Boas, Benveniste, Jakobson… Ma pazienza, se si vuole che “riconosca” che ne sono il padre, è un bel gesto farlo. Un beau geste. Ma sì… sarebbe bene che fosse morto. E sa perché? Perché si è ridicolizzato, ne hanno fatto applicazioni assurde. La sua vera anima, per quanto mi riguarda, è contenuta nel mio libro Il pensiero selvaggio, questo pensiero che ha una visione del mondo che non manca di logica e di efficacia. Non esistono steccati tra i popoli detti primitivi e popoli detti civili…». L’arte ha sempre avuto uno spazio nei libri di Lévi-Strauss, anche quelli che riguardano la mitologia dei popoli americani. L’arte e il mito. Mi confidò, in un’ulteriore occasione, che poteva lavorare solo ascoltando brani di musica. Disse ancora che solo le opere d’arte sono insostituibili. E l’uomo? «L’uomo può anche sparire». Aggiunse: «Pensi ai molluschi in una sfera molto diversa dall’umanità. Secernono e creano conchiglie stupende, nelle quali si possono trovare verità matematiche. E’ ingiusto interessarsi degli animali, mentre è legittimo interessarsi delle conchiglie. E ciò che m’interessa degli uomini è l’equivalente delle conchiglie, cioè le opere o i miti che gli uomini secernono». Era questo, ai suoi occhi, il vero significato di «lavorare sul campo», di fare dell’etnologia una sorta di psicologia applicata, di strapparla alle fredde vetrine dei musei. Nel 1935, come chiamato da una voce lontana (così la definì), andò in Brasile e poi nel Mato Grosso tra gli indiani. Fu la prima spedizione. Tutto gli appariva favoloso. Scendeva i fiumi in piroga, non aveva paura e la natura non infierì su quel giovane francese dal volto appuntito che sorrideva di rado anche a quei tempi. L’etnologia divenne il suo rifugio contro un secolo in cui non si trovava a suo agio. In questa chiave si deve leggere il libro Tristi tropici, dove si narra di notti trascorse nella savana, accanto alle coppie di indigeni che giacciono abbracciate e sussurrano, ridono sommessamente. E’ da quelle scene che doveva nascere il testo intitolato Antropologia strutturale.

Ulderico Munzi, Un selvaggio nella Pleiadeultima modifica: 2008-04-30T20:39:09+02:00da mangano1
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