CGIA di Mestre ,Quasi il 70% degli italiani lavora in ‘microimprese’ con meno di 20 addetti
Queste aziende rappresentano il 98% del totale in Italia
Sono 15.194.000 lavoratori su un totale di quasi 22 milioni e sono aumentati dal 2005 al 2006 di 361.000 unità. Bortolussi della Cgia di Mestre, che ha condotto lo studio: ”Ogni volta che si redige una legge questa realtà viene pressoché ignorata”
Venezia, 30 apr. (Adnkronos) – Sono 15.194.000 i lavoratori occupati nelle aziende italiane con meno di 20 addetti. Rappresentano il 67,6% del totale e sono in costante crescita. Nel 2006 sono aumentati, rispetto all’anno precedente, di 361.000 unità. E’ questa la fotografia scattata dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre che ha analizzato l’intera platea dei quasi 22 milioni e mezzo di lavoratori italiani (pubblici e privati).
E a dare loro lavoro sono le micro imprese sotto i 20 addetti che rappresentano il 98% delle aziende italiane. Una mappa che disegna un quadro molto nitido: il nostro Paese ha nelle piccole e soprattutto nelle piccolissime aziende il suo perno centrale. Infatti, tra le medie e grandi imprese (quelle sopra i 250 addetti) gli occupati sono solo 2.442.000 (pari a quasi l’11% del totale) e rispetto l’anno precedente sono scesi di 114.000 unità.
“Peccato – sottolinea Giuseppe Bortolussi della Cgia di Mestre – che la grande maggioranza degli osservatori ritenga che la presenza così diffusa di tante microimprese costituisca un elemento di arretratezza. Invece, rappresentano la modernità perché sono il risultato del profondo cambiamento sociale, economico e tecnologico che il nostro Paese ha registrato negli ultimi 30 anni. E il fatto che non abbiamo più le grandi aziende non è colpa della presenza così diffusa di questo capitalismo molecolare. E’ la concorrenza che ha fatto una selezione molto netta e le ha poste fuori mercato”. Un dato questo che dovrebbe far riflettere: “Ancora adesso – conclude – ogni qual volta si redige una legge, si elabora una misura di sostegno o alle imprese o ai lavoratori, quel 98% di aziende e i 2/3 dei lavoratori che vi trovano lavoro sono pressocché ignorati”.