Miseri misteri Francesco Giacomantonio

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Le logiche di potere, sin dalle loro origini e nelle loro svariate forme, sono state spesso associate all’idea dell’occulto e del mistero e, non a caso, la tradizione romana riporta appunto l’espressione arcana imperii, tante volte ripresa negli studi e nei trattati di filosofia politica. Questa dimensione di mistero all’interno del potere oggi è più che mai lampante se si considerano alcune vicende legate alle carriere politiche o nei settori della cultura, dei media e dell’accademia. In tutti questi settori i giornali riportano casi di persone che ricoprono ruoli e svolgono professioni non grazie a meriti, ma appunto a seguito di misteriosi legami, accordi, contropartite. È da notare che le notizie al riguardo non sempre sono precise e, coerentemente con gli arcana imperii, vengono fuori in modo sminuzzato, parziale e non si sa mai bene quanto ci si possa credere.

 

Da quello che si riesce a sapere, però, una considerazione sostanziale sembra proporsi: tutti questi misteri delle logiche del potere sono in realtà molto miseri, ovvero si associano a situazioni e comportamenti caratterizzati da una straordinaria pochezza, superficialità, disinteresse, rozzezza. All’interno delle logiche di potere ci si aspetterebbero discorsi romanzati, sottili interventi, linguaggi cifrati, dimensioni esoteriche. E, invece, quando si leggono le intercettazioni telefoniche, anche quando le persone coinvolte appartengono a contesti che si presupporrebbero di un certo livello, i toni, tanto frequentemente, appaiono familiari, grezzi, spicci.
Miseri sono dunque i misteri del potere nella civiltà della superinformazione e della comunicazione senza confini. E questa condizione, probabilmente, non fa che riflettere le generale crisi dell’immaginario che la società attraversa. Anche nell’inganno, in questo modo, la fantasia viene meno. Un volta il fascino del male stava nel suo carattere astuto, ma ora dietro il male non ci sono più neanche gli aspetti di una ragione che, seppur perversa, era sempre ragione; ora dietro il male c’è solo banalità e brutalità come la Arendt aveva compreso nel prologo delle degenerazioni politiche contemporanee: i totalitarismi.
Sui miseri misteri delle logiche di potere non c’è da moralizzare. Questa non sarebbe una operazione di grande originalità; i sociologi più avveduti hanno studiato questi fenomeni, rilevando che essi non risparmiano nemmeno le comunità scientifiche, che, per tanto tempo, erano considerate ricettacoli di virtù e conoscenza. Quando però i misteri del potere offendono oltre che il bene (il che è già comunque qualcosa di brutto), anche la razionalità e lo stile, allora l’impoverimento è totale, perché scompare ogni forma di pensiero. In un tempo che ha assunto le categorie economiche, utilitariste e libidiche come le tavole della verità, criticare questo impoverimento, può essere il preludio di una nuova economia del senso.

L’autore è dottore di ricerca in Filosofie e teorie sociali contemporanee presso l’Università di Bari
Miseri misteri Francesco Giacomantonioultima modifica: 2008-07-24T14:17:25+02:00da mangano1
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