Marco Menicocci, Topolino e re Davide

da http://www.diogenemagazine.com

MARCO MENICOCCI
Topolino e re Davide

Dalla Bibbia ai fumetti l’evoluzione di un’icona
1550517131.jpg

I personaggi dei fumetti presentano, a volte, i caratteri propri degli eroi mitologici e ripropongono di fatto, attualizzandoli, tratti mitici arcaici.

Lo sanno bene gli studiosi di folklore che un personaggio di un ciclo epico o leggendario, inizialmente privo di spessore e importanza, si trasforma poi, in altri racconti, in un protagonista o addirittura nel personaggio principale. Mutate condizioni storiche possono far evolvere un antagonista in un personaggio positivo su cui convergono i valori fondamentali di una cultura.
E’ così possibile scorgere una serie di sorprendenti analogie tra personaggi di cicli mitici ed eroi dei fumetti, analogie capaci di gettare nuova luce sui processi di trasformazione e utilizzo dei simboli. Interessante sotto questo aspetto è comparare la figura del re Davide, quale emerge dalla tradizione biblica e quella di Mickey Mouse, il nostro Topolino. Entrambi subiscono una serie di trasformazioni semantiche: iniziano come personaggi con una forte componente di trickster, si trasformano nel prototipo dell’uomo corretto e diventano, infine, simbolo a carattere2046082785.jpg universalistico.
Un topo trasgressivo
E’ possibile percepire una progressione nello sviluppo di Davide, dal carattere discutibile e moralmente dubbio dei libri di Samuele al giusto e pio re delle Cronache, sino al simbolo escatologico del Messia, quale è diventato nella tradizione ebraica e cristiana. Allo stesso modo è possibile ricostruire una profonda evoluzione nella figura di Mickey Mouse. Nei primi cortometraggi Mickey manifestava caratteri decisamente rurali e popolari: la sua visione della tecnologia come qualcosa di sostanzialmente misterioso, il suo umorismo, il suo linguaggio e persino i suoi abiti, con i bottoni bene in vista, rammentano l’universo contadino. Nelle varie avventure Mickey perseguiva con determinazione la conquista di Minnie, presente sin dagli esordi, portandola avanti con esplicite advances sessuali che, peraltro, non sorprendono affatto Minnie, pronta a rispondergli per le rime. Mickey svolge in genere il ruolo di girovago anarchico, trasgressore e nemico dell’ordine, il rifiuto delle regole è soprattutto il rifiuto del mondo della metropoli e il suo prendere la vita alla leggera equivale a porsi fuori rispetto alla complessità, sentita come estranea, della vita urbana. Mickey è presentato come un tipo pieno di risorse, indipendente e determinato. Un campagnolo che si muove negli ambienti urbani rimanendo però ai margini della cultura urbana. Siamo alla vigilia o nelle prime fasi del “venerdì nero” e gli ambienti rurali sono ancora il segno di una purezza alternativa alla “sporca” città. Altra caratteristica è il suo protorazzismo. Mickey mette alla berlina, ricorrendo ai più trivi stereotipi, tutti i gruppi umani “altri” (con l’unica eccezione degli ispanici): nativi americani, africani, asiatici, ebrei, europei. Inoltre il rapporto con gli animali è puramente strumentale e privo di qualsiasi affettuosità: gli animali sono solo materiale da utilizzare e i loro corpi sono adoperati direttamente per diventare gli oggetti di cui Mickey ha bisogno.
Un tipo pericoloso
Anche Davide, nei libri di Samuele, è chiaramente legato ad ambienti rurali ed extracittadini. Quando entra in contatto con la città si dà agli eccessi e, con la sua forte carica sessuale, non si fa problemi nel sedurre le donne che desidera. Abigail e Betsabea sono, ai suoi occhi, solo degli oggetti sessuali. E’ violento, viola le proprietà altrui ed è praticamente un capo racket. Rifiuta l’autorità di Saul e cerca di ottenere i consensi della popolazione con misure demagogiche e gesta di grande effetto. Tuttavia non è il popolo il suo interesse, infatti nonostante il favore di Yahwè (o forse proprio per questo), Davide non esita ad arruolarsi come mercenario tra i Filistei per combattere Saul: la sua ricerca del potere è sanguinaria e non arretra di fronte a nulla. Naturalmente i libri di Samuele affermano che Davide non ha ucciso nessun ebreo, limitandosi a far strage di “altri” e tuttavia solo la gelosia dei generali filistei impedisce a Davide di partecipare alla battaglia finale. Anche da re, il suo carattere sanguinario continua a manifestarsi sia verso i nemici di Israele sia verso gli Israeliti: il risultato della sua storia con Betsabea è una lunga serie di guerre civili. Davide è un trickster, un seduttore senza scrupoli e un tiranno.
Radicali evoluzioni
Intorno al 1930 Mickey era diventato abbastanza popolare da poter diventare un modello, dimettendo i panni del trickster. Per realizzare il passaggio occorreva però apportare alcuni cambiamenti, soprattutto per venire incontro alle richieste di gestori di cinema e di organizzazioni di genitori: Mickey poteva diventare un successo economico ma occorreva far sparire dalle sue storie sigarette, tabacco, riferimenti al sesso, cattive compagnie e stereotipi etnici. L’introduzione del colore sancì la trasformazione e Mickey divenne il classico bravo ragazzo. Il primo passo consistette nell’associargli dei personaggi confusionari, Donald Duck e Goofy. Mickey diviene l’attivo, volenteroso e dinamico leader di un gruppo e se fallisce nelle sue imprese è solo a causa dell’incapacità congenita dei suoi amici. Non per questo, però, Mickey manifesta verso di loro meno affetto. In questo periodo il suo disegno subisce una serie di trasformazioni il cui esito è un topolino, rispetto agli esordi, decisamente più domestico e adatto a rappresentare un personaggio della classe medio alta urbana dai costumi riservati, con molto tempo libero, che abita una confortevole casa in una delle classiche periferie residenziali. Passa decisamente dalla parte dell’ordine e collabora con le autorità alla cattura dei malviventi. Questi, peraltro, non sono poi così cattivi: i reati sono blandi, ogni forma di violenza è sparita e mai nessuno si fa male sul serio. Nel 1955 Mickey, nella forma di una maschera impersonata da un attore, approda in televisione, nel Mickey Mouse Club. L’ex trickster si è trasformato nel bravo ragazzo, modello per i giovani e incarnazione dei valori tradizionali e conservatori.
Vediamo cosa accade a Davide nel I libro delle Cronache. Qui, tutti quegli aspetti del personaggio inconciliabili con la figura di re giusto e fondatore di una dinastia benedetta da Yahwè scompaiono. Ora Davide è un promulgatore di leggi e regole, compone Salmi, alleva amorevolmente suo figlio Salomone, pianifica la costruzione del Tempio, istruisce i sacerdoti, ama il suo popolo. Diventa il prototipo del buon re, un profeta che riceve comunicazioni dirette da Dio. Come Mickey, spostandosi nelle classi più ricche, Davide cessa di essere un rozzo contadino incapace di adattarsi alla vita cittadina per diventare un re perfettamente integrato: anche lui passa dalla parte dell’ordine.
Da protagonisti a simboli
L’ultimo passo dei nostri personaggi è quando diventano così strettamente associati al gruppo che li ha prodotti da diventarne il simbolo: elementi selettivamente tratti dal materiale della tradizione sono trasformati in una icona per rappresentare il gruppo. Nel caso di Mickey Mouse, questa trasformazione è avvenuta tra il 1960 e il 1970, quando il personaggio, progressivamente uscito dai film di animazione e dopo aver limitato la sua presenza anche nei fumetti, si trasforma in una maschera vivente, divenendo nei fatti il logo della Disney e dell’intera produzione di una classe di fumetti. Mickey non è più parte di un gruppo ma è l’idea di quel gruppo: il suo ruolo come segno si è sovrapposto alla sua funzione narrativa.
Per Davide non c’è molta distanza tra il pio re delle Cronache e l’origine della sua figura messianica, in questo ruolo egli è il re che porterà l’autentico Regno di Dio.
Questa figura messianica trova le sue basi nel Davide dei Salmi ma diverrà centrale solo grazie alle elaborazioni della prima chiesa e del tardo giudaismo, con le loro speranze di attesa di un mondo in cui tutti i mali cesseranno.
Per entrambi i gruppi religiosi, ebrei e cristiani, l’attesa di un messia davidico si accompagnava all’esigenza di diffondere il messaggio religioso all’intero mondo, sia diffondendo i membri tra tutte le nazioni sia convertendo tutti i popoli. Il messianismo non poteva che essere universale.
Il Davide di queste tradizioni messianiche non è solo il re di Israele e Giuda ma reca con sé una serie di aspetti (giustizia mondiale, pace universale, Regno di Dio) che non erano parte della figura di Davide nei primi due momenti (Samuele e Cronache). L’antico materiale biblico è la fonte per l’elaborazione della figura messianica di Davide. Davide si trasfigura nell’ideale di un gruppo (e di un’organizzazione). Davide, come Michey, si è trasformato in icona, trickster, secondo la terminologia storico religiosa. La domanda corretta non è “chi” è Mickey bensì: “quale funzione svolge?”

Marco Menicocci, Topolino e re Davideultima modifica: 2008-08-28T18:08:00+02:00da mangano1
Reposta per primo quest’articolo