Omaggio a Stefano Rosso

(Da “Il Manifesto”)
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Stefano Rosso, alfiere della scuola cantautorale romana
Se ne va l autore di «Una storia disonesta», l hit che aveva segnato a lungo la sua carriera

Certi artisti restano per sempre legati a un verso che ne marchia a fuoco la carriera. È il caso di Stefano Rosso (vero nome Rossi), scomparso ieri, autore di Una storia disonesta al cui interno campeggiava la frase: «Che bello, due amici, una chitarra e uno spinello»; appartenente alla cosiddetta scuola cantautorale romana, avrebbe compiuto 60 anni il 7 dicembre. I funerali si tengono oggi a Roma alle ore 10 nella chiesa di Santa Maria in Trastevere, dove spesso, negli anni ’70, lo si incontrava a giocare a pallone con gli amici ma pure a suonare la chitarra sugli scalini della fontana. Abitava lì vicino, in Via della Scala, che compariva in uno dei suoi brani più noti, il primo di un certo successo, Letto 26 , ispirato da una sua degenza in ospedale (al letto 26) per una tonsillitectomia, che raccontava la sua vita a Trastevere, «Via della Scala è sempre là e io dal letto 26/ io chiudo gli occhi e penso a te, ti sento e invece non ci sei». Tra le sue canzoni più caratterizzate politicamente spiccano Odio chi e Bologna ’77 , dedicata a Giorgiana Masi, uccisa a Roma dalla polizia in borghese durante una manifestazione del partito radicale. La grande caratteristica di Rosso era la capacità di fondere canzone popolare romanesca, country e folk Usa. I suoi testi attingevano, invece, a una quotidianità autobiografica riproposta con grande piglio ironico. Popolare anche nell’ambito del movimento, ma mai «troppo interno», Rosso era cresciuto con i Beatles, i Beach Boys, la California, il bluegrass e il blues. Aveva esordito in duo con il fratello (nome della band? Romolo e Remo), era entrato nel giro della Rca (che gli aveva pubblicato i primi 45 giri a metà anni ’70) e si era fatto conoscere anche grazie a Claudio Baglioni che in tv aveva cantato due suoi brani: C’è un vecchio bar nella mia città e Valentina . Il suo primo album, Una storia disonesta , è del 1974, ma la sua popolarità durò poco, aveva un carattere difficile e litigava regolarmente coi suoi manager anche perchè spesso dimenticava i testi delle canzoni sul palco e andava avanti improvvisando. Tra gli artisti che hanno inciso i suoi dischi figura Mia Martini che interpretò Preghiera . La carriera di Rosso è stata caratterizzata negli anni da contrasti e polemiche nei confronti della discografia ufficiale. Nel 1980 partecipò al Festival di Sanremo con L’italiano , inserito nell’album Io e il signor Rosso pubblicato dalla Ciao Records, insieme a canzoni come Quello che mi resta e Quando partì Noè (scritta per uno spettacolo del gruppo di cabaret La Smorfia, con Massimo Troisi). La sua popolarità si ridusse e, in crisi per una delusione amorosa, si arruolò nella legione straniera; dopo un paio di anni ritornò e incise nuovi dischi nel per la Polygram. Di recente ebbe un ritorno di popolarità coinciso con il remake di Una storia disonesta , eseguita nel 2005 da Tonino Carotone e Arpioni.

http://duemilaragioni.myblog.it/media/01/02/221608963.mp3

Omaggio a Stefano Rossoultima modifica: 2008-09-18T11:33:00+02:00da mangano1
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