Sandro Podda, Elio e le storie tese, vizi ed eleganza del non-senso

da LIBERAZIONE 16 ottobre 2008
SANDRO PODDAElio e le Storie Tese, vizi ed eleganza del non-senso
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Prosegue il Supermassiccio Tour di “Studentessi”. Stasera a Cortemaggiore e sabato a Roma

Non è escluso che Elio e Le Storie Tese finiscano presto o tardi per piacere anche a tutte le nonne, comprese quelle che supplicavano l’altissimo inquilino del superattico celeste di salvare le vergini orecchie del proprio nipote dal turpiloquio degli EelST. Forse qualche adolescente lo hanno traviato sul serio in questi anni. Forse ne hanno semplicemente allenato l’ironia.

Oggi comunque sono un gruppo «elegantissimo» che offre un altrettanto «elegante» spettacolo. Eseguito da un’orchestra (da balera, disco, funky, jazz, afrobeat, progressive… deathcore!?!) diretta da un maestro dalle grandi sopracciglia le cui dita tamburellano con «eleganza» due «elegantissimi» bonghi, quando non si dedica con maggior successo (ed eleganza al flauto). Nessuna allusione e niente doppi sensi. Sarebbe poco elegante, oggi. E gli EelST non gradirebbero di certo. Questa è la rigida disciplina che governa il tour di “Studentessi”, ultimo riuscitissimo disco in studio lanciato dal tormentone “Parco Sempione”: «l’eleganza». Le canzoni del passato, quelle con l’insostituibile Feiez e le nuove e nuovissime, le più ispirate forse dalla scomparsa del geniale polistrumentista sono il cuore del “Supermassiccio Tour”. Live che ad ogni sua data una sorta di evento. Diverso e uguale. Di cui resta una testimonianza nel perfetto cd (o nella chiavetta Usb) che si può comprare al banco mixer a fine spettacolo. Questa sera gli EelST suoneranno a Cortemaggiore e sabato a Roma al Teatro Tendastrisce arricchendo la loro discografia di altri due live. Difficile assistere ad un concerto di questo livello tecnico ed espressivo. E’ una considerazione che viene prima di qualunque altra, seppure sia stata la geniale ironia la chiave del loro successo, sono soprattutto musicisti incredibili che suonano cose incredibili con il sorriso in bocca e un antidivismo lontano anni luce da molti loro colleghi o pseudo tali. I testi demenziali hanno creato il loro mito e la loro popolarità, ma hanno scatenato anche critiche feroci da più parti. Non solo da quelle del cieco bigottismo, ma anche da femministe infuriate per alcune scivolate del gruppo che con il politically correct ci si inzuppa al massimo il cornetto la mattina. Un po’ le stesse reazioni scatenate dal mentore di Elio, Frank Zappa.

E’ proprio quando si prende seriamente ciò che il gruppo fa o dice che si rischia di perdersi il gusto della demenzialità. Anche quando sono loro stessi a voler mostrare un certo grado di impegno. Per intendersi, pensiamo al singolo estratto dall’ultimo disco: “Parco Sempione”. Un singolo che ha regalato la più perfida delle vendette a chi odia bonghisti da parco et similia. Ma che se la prende con durezza contro il casto e “puro” Roberto Formigoni, e la sfrontata decisione di radere al suolo il Parco di Gioia di Milano per costruire un grattacielo di quaranta piani per la Regione Lombardia. Centosessanta alberi vendicati, si fa per dire, da una copertina sul vendutissimo singolo: due formiconi che girano una palla di sterco e un c=g per risolvere l’equazione formiconi=formigoni. Il pezzo musicale ruota invece intorno alla contrapposizione tra quieti e comuni cittadini e questi turbatori della tranquillità che «sempre fuori tempo» si vestono da rasta e tamburellano nei parchi. Grazie alle reazioni di odio che creano nell’uomo comune alla “Elio” (e non solo), avidi speculatori si approfittano per costruire palazzi e creare “sicurezza” nei parchi con vigile ed accesso ad “Ecopass”. Tanto da far pensare che questi «frikkettoni mezzo drogati» siano le pedine infiltrate dagli infingardi amministratori. Toccano un nervo scoperto gli Elii, in fondo. Vedi la questione punkabbestia che divide anche i più aperti nei confronti delle sottoculture “giovanili”. Forse l’equazione è però risolta in maniera un po’ spicciola. Forse però rifletterci toglie tutto il gusto dell’ironia demenziale degli Elio e le Storie Tese e non sono loro a dover produrre senso. Anzi, speriamo che continuino a sfornare non-senso.

Sandro Podda, Elio e le storie tese, vizi ed eleganza del non-sensoultima modifica: 2008-10-16T22:58:00+02:00da mangano1
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