Marina Salvi, Donne in movimento

da http://www.newsfood.com/

I ruggenti anni 70 nel viaggio americano raccontato da una italiana vivace e molto curiosa
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Milano: «Donne in movimento»
Il Romanzo documento di Marina Salvi
© AQQUAZONE.it – Pubblicata il 07.10.08
L’autrice interverrà alla presentazione, che avverrà il 15 ottobre durante una prima colazione allestita al California Bakery di Milano. Una colazione americana, dunque: non potrebbe essere altrimenti!
Donne in Movimento infatti è impregnato dell’America degli Anni 70. Una sorta di iniziazione: i campus californiani, e Berkeley in particolare, sono il terreno su cui si misurano giovani sessantottini italiani in fuga dal perbenismo, assetati di vita e di un nuovo fermento. Lo troveranno, passando per la politicizzazione, l’apertura della coppia, il femminismo, l’emancipazione, la droga.
La storia, che è un’esperienza diretta, è raccontata da Marina Salvi in prima persona. Ritornano nitidi e vividi certi personaggi, luoghi e umori della giovinezza. Sullo sfondo: un’attenta analisi storica e una disincantata onestà intellettuale.
Filo conduttore: la riflessione sull’eterno movimento delle donne, che attraversa epoche, ansie di emancipazione, aneliti di libertà.
La presentazione avverrà, dalle ore 9.30 alle ore 11.00, presso il California Bakery di Piazza Sant’Eustorgio a Milano.
DUE CHIACCHIERE CON L’AUTRICE
– Come mai un libro sul Sessantotto non politicizzato?
È un libro, o forse meglio un documento, con uno sfondo certamente politico, ma molto femminile. Parla di donne ma non di donne che erano in politica, donne che hanno vissuto quel periodo straordinario. Il loro comportamento era una conseguenza, si adeguava ad un certo tipo di scelte, di modi di vivere al di fuori dei quali ci si sentiva out, non riconosciuti. Insomma, si facevano scelte che apparivano necessarie, ad esempio quella sulla promiscuità sessuale, che pure non erano così facili da accettare. Peraltro in quel contesto, in quella fase della contestazione, alle donne veniva affidato un ruolo di pura manovalanza, volantinaggi, picchettaggi..
– Lei ha avuto l’opportunità di vivere a Berkeley nel Sessantotto, cioè nel posto dove le cose accadevano.977902115.jpg
Sono felicissima di aver vissuto quel periodo, con tutto il dolore che mi ha dato, il male che mi ha fatto. Mi sento molto privilegiata per essermi trovata in quei posti in quei momenti. Un’esperienza che pochi hanno fatto e che mi ha dato, nella vita, molta sicurezza in me stessa. E questo scritto spero sia utile non solo per chi ha vissuto quel periodo, ma soprattutto per i giovani di oggi che non l’hanno vissuto e non hanno nulla di equivalente.
– È corretta l’idea degli Stati Uniti, o meglio della California di quegli anni, che prevale nell’immaginario collettivo?
Io mi sentivo certamente più libera ma poi ho capito che era solo perché lì nessuno mi conosceva, mi riconosceva. Mi sentivo non giudicata. Invece, quell’America era ancora, e forse lo è tuttora, invincibilmente puritana, anche nelle persone più insospettabili. Quante volte mi hanno fatto notare, appena mettevo il naso fuori dalla Comune per una puntata nella società ‘normale’ quanto fosse sconveniente presentarsi con il compagno col quale non ero sposata…
Lei proveniva da una famiglie della buona borghesia italiana. È stato difficile poi rientrare nei ranghi?
Intanto non è stato voluto. Non c’è stato un momento in cui lo abbiamo deciso. È finita perché scadeva il contratto d’affitto, finiva uno stage, qualcuno trovava lavoro qui e gli conveniva rientrare. Comunque, è stato un trauma per tutti. Il trauma anche di trovare un’Italia profondamente cambiata, forse più di quanto era avvenuto in America. Al ritorno ho trovato uno sfacelo, amici in galera, altri sbandati, separati, figli sparsi qua e la’. Io stavo a Berkeley ma la rivoluzione era qua.
– Perché «Donne in movimento»?
Perche non sono state donne statiche, non hanno accettato la sicurezza che veniva offerta loro con tanta comodità. Non hanno avuto paura di esporsi. Si sono fatte del male, pur di vivere.

Marina Salvi milanese d’adozione ha origini romagnole. Ventenne negli anni 70 ha vissuto una intensa esperienza americana che le ha permesso di vivere incontri multietnici con culture variegate e di arricchire il suo percorso di studi linguistici. Oggi, moglie e madre a Milano, è attiva promotrice di attività benefiche: segue in prima persona l’Associazione Paolo Pini Onlus, nata per aiutare i bambini malati cronici.

Marina Salvi, Donne in movimentoultima modifica: 2008-10-17T22:44:00+02:00da mangano1
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