Gaia Maqi Giuliano, Morto Gerard Damiano, regista di GOLA PROFONDA

da LIBERAZIONE 28 ottobre 2008
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E’ morto domenica Gerard Damiano, regista del primo porno legale

Gola profonda,
la rivoluzione

Gaia Maqi Giuliani
Caro posso fumare mentre mangi? Questa è la prima frase pronunciata dalla co-protagonista di Linda Lovelace, Helen (Dolly Sharp) nelgerardo1.jpg famosissimo Gola profonda , mentre durante il primo cunilingus passato alla storia della cinematografia porno e non solo, un ragazzo riccioluto si prodigava a regalarle un lungo e piacevole passatempo. Una scena piena di forza, questa, che dà inizio in modo inequivocabile al fil rouge che percorre tutto il film: due donne si raccontano quello che a loro piace e quello che è loro indifferente nel sesso. La prima, Linda, dichiara all’amica di «non esser mai riuscita a sentire i fuochi artificiali», mentre Helen l’aiuterà a scoprire cosa le potrebbe procurare il piacere che le manca. Di questa ricerca, Linda e Helen saranno protagoniste indiscusse e gli uomini solo comparse. La scena citata sopra finisce con Helen che, terminata la gerardo2.jpgsigaretta, scaraventa il mozzicone dentro il lavello della cucina, e ancora seduta sull’orlo della tavola da pranzo, si abbandona all’orgasmo.
Domenica scorsa ci ha lasciato all’età di quasi 80 anni il regista di questa pellicola, Gerard Damiano. Che non fosse femminista non vi era alcun dubbio, ma che nel complesso quello che è il suo film più famoso, un cult della cinematografia occidentale, sia risultato attento al piacere femminile, è cosa ormai consacrata alla storia. Non è un caso, quindi, che la disinibizione e il protagonismo sessuale mostrato dalle due donne sia legato immediatamente al fatto di essere due prostitute. Non è un caso che la protagonista si divertisse a praticare fellatio, forse la pratica femminile più altruista nella sessualità eterosessuale, ossia dove il corpo della donna è molto poco presente e coinvolto. E non è un caso nemmeno il fatto che Linda, la protagonista, si trovasse ad avere la propria clitoride “in gola”, visto che quello era forse il modo più semplice per rispedire la responsabilità dell’uomo nei confronti del piacere femminile direttamente alla mittente.
Eppure il punto di vista di alcune scene, alcune modalità del comportamento femminile, alcune pretese che Linda, Helen e le infermiere del dottor Young avanzano al partner o ai partner sessuali non erano assolutamente scontate. E’ chiaro, la sessualità che queste donne desiderano è quella eterosessuale e generalmente fallocentrica, alimentando così per tutto il film e i decenni a venire, un immaginario maschile che non mette mai in discussione l’assunto della totale e assoluta disponibilità del corpo femminile. D’altra parte, vedendola dal nostro punto di vista oggi, anche quella sessualità che ha fatto la Storia dell’immaginario pornografico soprattutto maschile, sembra molto più emancipativa di quanto non sia quella delle donne italiane ai giorni nostri, strette tra mille tabù sociali. Uno per tutti, il tabù che prende corpo nel decreto Carfagna sull’abbigliamento “di strada”: mentre “da noi” si usa lo spauracchio dell’abbigliamento per stabilire la “decenza delle donne nei luoghi pubblici”, nei primissimi anni Settanta Linda e la sua amica scorrazzano indisturbate e succinte alla ricerca dei “migliori” compagni di letto. Insomma noi a casa, vestite fino al collo e “per bene” o in televisione (semi)nude e disponibili, loro libere di “sputtaneggiare” senza essere arrestate, apostrofate, o violentate.
Ora, di Gola profonda si è parlato tanto, dentro e fuori gli ambiti cinematografici e in questa sede non si può far altro che citare il dibattito più acceso, quello all’interno della comunità femminista, e quello tra le femmininte anti-pornografia e l’industria del cinema porno. In effetti, agli occhi delle donne che negli anni Settanta si sentivano le più emancipate dell’universo, tutte le premesse del grande film di Damiano sembravano sbagliate: già durante le se riprese violenze, soprusi, sfruttamento parevano essere di dominio pubblico. E Linda Lovelace ha avuto modo di raccontare cosa quell’esperienza avesse significato per lei. Nemmeno si possono analizzare in questa sede le luci e le ombre della grande industria pornografica, che al pari di tante altre di apparente “assoluta moralità”, è costellata spesso (ma non sempre) di violenza e sfruttamento. Si può invece dire che essa, al pari di tanta altra cinematografia, ci ha permesso di guardare a noi stessi/e e, forse ancor più che “guardare”, di osservare la nostra sessualità da un punto di vista esterno. L’approccio critico è di dovere, in questo caso come negli altri, ma anche una sana, disinibita e gioiosa risata.
Resta il fatto che Gerard Rocco Damiano ci ha regalato una lettura importante dell’immaginario sessuale maschile e femminile, guardato con tanta ironia. Non è un caso che ancora oggi, trentun’anni dopo la sua apparizione in Italia, nei festival del cinema indipendente, nelle rassegne cinematografiche italiane e straniere venga proiettato o serva da spunto per corti e mediometraggi che tentano un’analisi non mainstream della sessualità contemporanea. E non è un caso che registri ancora il pienone.

Gaia Maqi Giuliano, Morto Gerard Damiano, regista di GOLA PROFONDAultima modifica: 2008-10-28T23:32:00+01:00da mangano1
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