Monica Murano,Volevano cambiare il mondo

DA(www.bottegascriptamanent.it, anno III, n. 17, gennaio 2009)

Monica Murano

monica.jpg
I sessantottini: una generazione
che sognava di cambiare il mondo

L’autrice del libro racconta in prima persona la propria storia, costumi
e stili di vita vissuti dopo il secondo dopoguerra, pubblicato da Csa

Una biografia che ricorda i noti “diari di vita”, in cui ogni lettore può riconoscersi in sensazioni, eventi, suggestioni descritte. Una raccolta di appunti personali, ricordi trattenuti e trascritti prima su un quaderno, poi su un computer, per il timore che la «memoria fallisse» perdendo quello che si rivela il percorso formativo e personale della protagonista del racconto, Concetta Brasi, nonché Angelina Brasacchio, autrice del romanzo Volevano cambiare il mondo. Passando dal ’68 (Csa editore, pp. 92, € 12,00). La narrazione è ambientata in un paese della provincia di Crotone, Strongoli – luogo di nascita e di appartenenza della scrittrice – in paesi vicini e nelle città di studio: Catanzaro e Roma. Di questi posti l’autrice descrive i costumi, gli stili di vita, gli avvenimenti, vissuti e osservati dal secondo dopoguerra fino a, quasi, il Duemila. Periodo, questo, in cui l’autrice ha modo di assistere, come scrive nell’Introduzione, a eventi quali «l’arrivo degli alleati, il piano Marshall, le lotte contadine, l’emigrazione, e interpretarli riportandoli anche attraverso gli occhi e il sentire di gente semplice nel loro vivere quotidiano. Con tono a tratti affabulatorio e una scrittura fresca ed equilibrata, l’autrice ripercorre la sua storia personale riportando nei suoi scritti, con spirito energico e attento, «gli avvenimenti rimasti vivi nella memoria collettiva, i personaggi divenuti proverbiali e i luoghi dell’anima».

La vita universitaria e il ritorno al paese d’origine

Nel 1966, dopo essersi diplomata al Liceo classico, Concetta si trasferisce a Roma dove inizia il suo percorso universitario che termina nel 1970 con il conseguimento della laurea. La narrazione del periodo romano riporta le lotte studentesche, quindi la nascita di vari movimenti politici all’interno dell’ateneo: «non v’era ombra; era una manifestazione al giorno motivata da fatti nazionali (scuola, contratti, finanziaria) o i nternazionali (la guerra del Vietnam)». La protagonista segue con acuta riflessione quello che succede dentro e fuori se stessa, ma principalmente rende chiaro il senso con cui questi cambiamenti vengono vissuti da «una ragazza di provincia catapultata in una metropoli in una fase storica tanto densa di avvenimenti» e molto legata al Partito comunista e ai suoi ideali. In questo periodo Concetta si vede coinvolta non solo dai suoi studi filosofici, ma anche dal fluire di giorni ricchi di intense novità e di amicizie nuove e interessanti, che fortificano e strutturano la sua personalità, dal temperamento già solido: «aveva una curiosità sfrenata e assorbiva tutto come una spugna; voleva sapere tutto e in fretta, come succede a chi esce da un paese di provincia con l’ambizione di voler scoprire il mondo». Questa fase di vita si rivela un contenitore colmo di esperienze che, presto, la vede ritornare nel luogo di origine con la volontà e il tentativo quotidiano di vivere la dimensione sociale della propria terra proficuamente, senza rinnegare le conquiste ideali raggiunte. Nel suo rientro a Strongoli ottiene l’incarico di insegnante alla scuola media di primo grado, rivestendo, per qualche anno, anche il ruolo di consigliere comunale. Decide di rimanere vicina a persone e organizzazioni più affini a lei per cultura e ideologia, in cui predomina la risorsa umana e sociale, ma dove, comunque, assiste a «malcelate furbizie e ipocrisie». Non deve essere cosa semplice agire in un contesto poco chiaro, quando questo mette in «evidenza l’inquinamento dell’economia sana, la speculazione edilizia e la devianza malavitosa». Del resto, quale sarebbe stata l’alternativa? Probabilmente la solitudine intellettuale.

I ragazzi del Sessantotto
Hanno lottato contro le regole troppo rigide della scuola, contro il conformismo, l’ipocrisia e ogni forma d’ingiustizia. Essi chiedevano più libertà, più democrazia, più autonomia. Erano gli anni della contestazione giovanile, di un’insofferenza e conseguente protesta verso cose che si ritenevano superate. Le tante manifestazioni sono state testimonianza di una generazione inquieta, che sentiva l’esigenza di cambiare radicalmente una società basata sulla competizione economica spietata, sul consumismo, sulla logica della guerra.
Qualsiasi forma di autorità scatenava rivolte e anche violenze da parte di gruppi estremisti. Ma in tutte le nazioni, indipendentemente dalle proprie caratteristiche sociali, politiche ed economiche, vi era il fine ultimo del conseguimento del rispetto dei valori umani. Si condannava aspramente l’ossessione della ricchezza, aspirando a una società più equa e democratica. Se vogliamo, si viveva un malessere sociale profondo, in fondo non molto diverso da quello attuale… Questo romanzo è la storia personale di una donna, ma anche di un vissuto che può essere rappresentativo di molti paesi calabresi, e allo stesso tempo la ricostruzione scritta di una generazione che è riuscita a determinare dei cambiamenti radicali nel costume e negli stili di vita, e in particolare nell’emancipazione e autodeterminazione delle donne. Ragazzi emersi dalla riedificazione interiore ed esteriore del dopoguerra, forti delle proprie «utopie», tanto robuste da «credere di poter cambiare il mondo». La professoressa Brasi, protagonista del racconto, ritrovandosi in classe si sorprende a riflettere sui suoi alunni, che «fruivano senza saperlo delle conquiste di liberazione» per cui lei e i suoi compagni di esperienze passate si erano «battuti a caro prezzo». Una generazione, quindi, che nonostante il bene e il male, nella propria esperienza individuale e collettiva, in qualche modo e misura ha avuto la voglia, la necessità ma anche il coraggio di mettersi in discussione!

Monica Murano

(www.bottegascriptamanent.it, anno III, n. 17, gennaio 2009)

Monica Murano,Volevano cambiare il mondoultima modifica: 2009-01-14T19:08:00+01:00da mangano1
Reposta per primo quest’articolo