Giovanni Cesareo, Possiamo ripartire da Conchetta

da IL MANIFESTO 26 gennaio 2009
giovanni cesareo, possiamo ripartire da Conchetta
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Avverto una certa aria di rassegnazione, anche se rabbiosa, attorno al
violento e vergognoso sgombero di Conchetta. Come se ormai fossimo giunti
alla fine di una epoca, lunga bella forte, per molti aspetti unica, e non
rimanesse che prenderne atto, purtroppo. Qualcuno lo ha perfino scritto che
ormai siamo in un’altra epoca e che non c’è più che coltivare semmai il
ricordo del glorioso passato.
E se invece proprio questo sgombero si trasformasse in un nuovo inizio? Se
si ricominciasse proprio da qui, opponendosi in tutti i modi alla chiusura di
Conchetta? Se si chiamassero a raccolta tutte le forze – vecchie e nuove – per
dimostrare che, sia pure in una Milano diversa e una Italia abbuiata, non c’è
nessuna fine, ma anzi ci sono modi nuovi di praticare le tradizioni che sono
state costruite per decenni e decenni? I simboli hanno sempre avuto un grande valore e Conchetta è un simbolo forte, come è già stato testimoniato
su queste pagine.
«Lotta dura senza paura» scriveva ieri su queste pagine Ivan Della Mea, che
ha 66 anni. Io ne ho 82, ma ho la stessa inesausta voglia. E se la abbiamo
noi, certamente ci sono tantissimi giovani e ragazzini che non saranno da
meno. Si tratta, oltre tutto, di una lotta piena di significati, perché Conchetta
evoca non soltanto un obiettivo politico ma anche, e forse soprattutto, un
obiettivo culturalmente assai alto. Non per caso non si è ancora, ripeto
ancora, avuto il coraggio di toccare l’archivio di Primo Moroni, che contiene
anche materiali donati da molti di noi perché pensavamo che quello fosse il
posto più fecondo per la loro utilizzazione.
La cultura di Conchetta non è, in gran parte, assimilabile ad altre – in primo
luogo perché si è sempre fondata sulle relazioni e poi perché ha raccolto i
contributi di persone che concepivano la cultura come fondamentale
nutrimento della vita, della vita quotidiana di ciascuno. Ricordo, su questo
piano, quando, insieme con Franco Fortini, Sergio Bologna, Primo Moroni e
un gruppo di altri fondammo Altre Ragioni, il cui titolo fu proposto proprio da
Fortini. Fu lì, a Conchetta, che quella rivista nacque ed era naturale che fosse
così. E ricordo che quando riuscii a fare invitare Primo Moroni alla
trasmissione Parlato Semplice – rubrica della mattina prodotta da Rai
Educational – i suoi interventi rappresentarono una riconosciuta novità, una
riconosciuta novità culturale per il programma.
Sì, è importante ricordare che Conchetta è stata la sede del Cox 18 di Primo
Moroni e che questo ha segnato la sua storia, peraltro costruita anche a fatica
da tanti altri, anche prima di lui. Dunque oggi non solo difendere Conchetta
ma ricominciare da Conchetta può essere, tra l’altro, il modo giusto per
dimostrare che, nonostante tutte le controversie e le sconfitte che
conosciamo, la sinistra – la vera sinistra – può tuttora camminare e anzi è
capace di rinnovare il suo passo. E come meglio potrebbe farlo se non
partendo da un luogo che porta sulle spalle tanto passato ed è al contempo
capace di tuffarsi nel futuro?

Giovanni Cesareo, Possiamo ripartire da Conchettaultima modifica: 2009-01-27T17:46:00+01:00da mangano1
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