Valentino Parlato,Esploratore d’Africa di A.Del Boca

dal MANIFESTO 19 fEBBRAIO 2009
VALENTINO PARLATO, esploratore d’Africa
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«Il mio Novecento» (Neri Pozza editore, pp. 571, euro 19,00) è l’ultima fatica di Angelo Del Boca, dallo scorso ottobre nelle librerie.
E’ un lungo racconto storico, in cui attraverso la vita dell’autore riemergono alcune delle principali vicende storiche del XX° secolo. E in cui si afferma, come si legge nella nota di presentazione, non essere assolutamente vero «che nel ‘900 sia naufragata, insieme con tutti i messianesimi, anche ogni possibilità di schierarsi dalla parte giusta».

«Il mio Novecento», autobiografia di Angelo Del Boca. Con al centro il «Continente nero» e le sue grandi figure
Questo Il mio Novecento di Angelo Del Boca (di quasi seicento pagine) è uno straordinario e affascinante racconto autobiografico, e non credo solo per i suoi coetanei. Io sono un po’ più giovane (di poco) ma leggendo queste pagine mi ritrovo nella mia passata giovinezza. Di quel che un giovane di diciassette anni percepiva della caduta del fascismo, di piazza Loreto e del bunker di Hitler. Io questa straordinaria storia non l’ho cominciata nella valle Antigorio, ma a Tripoli, in Libia. Un paese nel quale Del Boca è stato e ha lavorato (importante e ancora attuale la sua intervista a Gheddafi) e ha lasciato forti e splendidi legami di amicizia. Penso alla straordinaria generosità di Giuma Belker, che è l’italo-libico (ha studiato all’Università di Perugia, ma è rimasto profondamente libico), che anche io ho avuto, in Libia, come guida discreta e straordinaria. Certo la mia libicità, mi avvicina molto a Del Boca, che questo paese ha visto e ha capito e del quale ha ricordato la storia e la barbarie di noi «italiani brava gente», che abbiamo impiccato gasato e deportato con il presunto orgoglio di essere un «paese civile», che aveva a che fare con dei selvaggi. Quella di Del Boca è la migliore e più efficace analisi della nostra barbarie tutta italiana.
Angelo Del Boca con questa sua straordinaria narrazione (nella quale si incastonano benissimo scritti precedenti) ci rende un po’ più valentina1.jpgcontemporanei, cioè nella storia. La sintesi in versi (e Del Boca non è poeta di professione) di viaggi e vita è assolutamente sintetica ed espressiva. «Lavorare non stanca», potrebbe essere il titolo di una sua biografia di uomo, di storico, di viaggiatore e di scrittore. Del Boca, nel racconto del suo Novecento, non esita a riprodurre scritti del passato, anche di molti anni fa. Si tratta di un esercizio che nel nostro mondo giornalistico pochi potrebbero permettersi di ripetere perché incapaci di verificare, nella distanza del tempo, la conferma del punto di vista, la capacità di previsione. Che Angelo Del Boca ha avuto, con profondità di analisi – e per i sommovimenti dei continenti che ha attraversato e che lo hanno attraversato – sull’Africa in primo luogo delle guerre di liberazione coloniale, l’Algeria in particolare con il peso simbolico e umano della battaglia d’Algeri ma anche, inaspettatamente, il coraggio della lettera-appello inviata da Del BOca nel settembre del 1963 al primo ministro Ahmed Ben Bella di fronte a episodi di degenerazione della rivoluzione algerina nella quale «la Resistenza italiana ha visto la sua continuazione e il suo completamento».
« Ma anche l’Asia, l’Indocina del Vietnam, l’India degli anni Cinquanta, quella dei più umili. Questa capacità di riproporre il materiale passato, la propria diretta testimonianza scritta, fortunatamente datata ma per questo fondativa del presente, mi fanno pensare a un grande mestiere, a una grande sicurezza. Anche io, che non a caso diedi al fuoco un mio diario di quattordicenne, non so con quanta sicurezza affronterei questa prova.
I viaggi sono linfa che nutre e stimola i racconti di Del Boca, nei quali si trovano accostati personaggi straordinari e straordinariamente diversi, da Santa Teresa di Calcutta a Gheddafi, con intorno una serie di personaggi minori ma egualmente vivi e attivi, coprotagonisti del testo. Come la voglia di guardare, ben espressa dalle note dell’autore quando era «capocronista» a Torino e in rapidi scatti dell’allora macchina da scrivere scorge la vita minuta, i piccoli amori, quella quotidiana e sorprendente normalità impossibile solo pochi anni prima.
Ma non c’è dubbio che il paese, meglio il continente, che Del Boca ha vissuto e rappresentato è l’Africa, la sua Africa della quale cominciò a occuparsi nel 1954, quando aveva 29 anni e ancora aveva memoria dei racconti di Salgari. Il capitolo «La mia Africa» che si apre con una attraente ballata sui grandi personaggi di quel continente, a cominciare da «l’imperatore di Etiopia Haile Salassieé./Sfuggi alle insidie del fascismo / per essere assassinato da Menghistu,/ con un cuscino sulla bocca». E poi ancora con Sekou Touré, Senghor e tanti altri. E di questa Africa è protagonista positivo Gheddafi, come emerge da un altro libro importante di Del Boca, Gheddafi, una sfida dal deserto (pubblicato da Laterza), che quasi annuncia l’attuale sua presidenza dell’Unione africana. Insomma, per la Libia Gheddafi è una risorsa assai più importante del petrolio.
È quasi un romanzo avvincente questa tanto lunga quanto ricca autobiografia, per un’epoca che probabilmente è stata tra tutte quella più piena di futuro. Ma anche un messaggio a noi italiani, alla nostra memoria troppo in fretta cancellata. Un messaggio per difendersi dall’invidia e dal disprezzo degli altri e cercare di capire la complessità degli eventi e ritrovare nel loro labirinto la porta giusta, non solo di verità.
Temo che una recensione così breve per un libro di 571 pagine, possa apparire insoddisfacente per il lettore del manifesto. Ma mi viene di rispondere: sono così breve perché tu, lettore di un quotidiano che già la sera è morto, possa avere la tentazione o lo stimolo di leggere a lungo un libro di 571 pagine, nel quale anche l’indice dei nomi è una esplorazione nel nostro passato, recente e lontano.

il libro «Il mio Novecento» (Neri Pozza editore, pp. 571, euro 19,00) è l’ultima fatica di Angelo Del Boca, dallo scorso ottobre nelle librerie.
E’ un lungo racconto storico, in cui attraverso la vita dell’autore riemergono alcune delle principali vicende storiche del XX° secolo. E in cui si afferma, come si legge nella nota di presentazione, non essere assolutamente vero «che nel ‘900 sia naufragata, insieme con tutti i messianesimi, anche ogni possibilità di schierarsi dalla parte giusta».

Valentino Parlato,Esploratore d’Africa di A.Del Bocaultima modifica: 2009-02-20T18:36:00+01:00da mangano1
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