Beno Fignon, Aforismi di Aprile

benofignon@interfree.it                                                                                     Milano, aprile 2009
 
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4471 – Ogni albero fiorito è un discorso appropriato.
La proprietà di linguaggio salverà il mondo.
4472 – Crisi mondiale. I briganti (non) hanno dichiarato la terza guerra mondiale.
Siamo ancora al fronte per l’inutile strage.
4473 – Body and soul. Nella pura luce si è accecati come nel completo buio.
4474 – Quando sopra la poesia vola un gabbiano, questa è probabilmente un pesce morto nella discarica.
4475 – Intellettuali. Capiscono tutto. In più a loro è dovuto sempre qualcosa.

4476 – A storia conclusa, in paradiso il primo convegno avrà come titolo: “Della eccessiva discrezione della presenza paterna”.
 
4477 – Invidia per gli alberi che crescono vincendo la forza di gravità. E allorché bruciano salgono ancora più in alto con le braccia di fiamma a lambire il cielo.
4478 – Se dichiari con troppa enfasi di aver fatto il possibile, di sicuro non hai fatto nemmeno il minimo.
4479 – Dio è la misericordia, la bontà, la libertà. Gli siamo grati per le prime due. Per la terza dobbiamo essere solidali con lui.FIGNON.jpg
4480 – L’uomo che aborre il paternalismo, per non mettere Dio in condizione di esercitarlo, gli deve la fede.
4481 – Quando una gentilezza non si aspetta il gesto simmetrico, è già trascolorata nell’agape.
4482 – Gli uomini dentro la loro bella famigliola a tenuta stagna, e fuori il mondo che fa acqua da tutte le parti.
4483 – Solidarizzare con lo scarto è un imperativo estetico.
4484 – Che la primavera sia una sinfonia, non è una espressione retorica. Ogni fiore, foglia, filo hanno il loro tempo d’entrata, la coloritura, l’espressività, la durata e, per gli orecchi più raffinati, il loro canto; la corona che li trattiene, il diminuendo, il morendo e infine il da capo.
4485 – La fede nel Dio immenso nuoce alla fede nel Dio piccolo, che è il Dio immenso che si è fatto piccolo.
4486 – Nella caverna del metrò il silenzio è stato dilapidato dalla pubblicità sonora. Si sono aggiunti i telefonini e fuori Berlusconi urla.
4487 – È bene che il pensiero vada in salita o in discesa poiché in pianura ristagna.
4488 – Quegli occhi impauriti del cane per il padrone energumeno fanno sfiorire la primavera.
4489 – La libertà che furoreggia sta pensando?
4490 – Qualsiasi donna è sollevata da terra, ma non lo fa notare.
FIGNON_2.jpg4491 – Dio per capire veramente l’uomo lo ha creato in modo da poterlo toccare.
4492 – Leggere l’universo col presupposto di trovarlo cariato o di senso sovraccaricato, è andare per divergenze parallele.
4493 – Geronimo, Cavallo Pazzo, Toro Seduto. Saranno i primi nomi nella Los Angeles dell’Aldilà.
4494 – Ridursi fra il grufolare dentro il proprio mangiare e il pensare, e non avere di mezzo il mare…
4495 – A 33 anni l’idea di dover lasciare gli amici, il mondo e le sue irripetibili bellezze, può far sudare sangue.
4496 – Sul trono del Signore incoronato di spine e flagellato, si arrampica il gioco intatto dei bambini e la fortezza dei miti.
4497 – Quando si decide di lasciare il gioco per seguire la mamma che, dopo tanti richiami, minaccia di allontanarsi, attuiamo il primo compromesso.
4498 – Delle cose si stancano prima la superficialità e l’intelligenza. La superficialità ci condanna a morte. L’intelligenza ci comanda alla vita.
4499 – L’universo ruota intorno alla libertà, che è il suo oggetto.
L’oggetto ruota intorno all’affettività, che è il suo soggetto.
E la bellezza? Non ha ballato una sola estate.
4500 – L’emarginato è colui che deve fare molta strada e stremarsi per arrivare all’inizio.
4501 – Diplomati. Meno male che l’italiano è già stato scritto.
 

Beno Fignon, Aforismi di Aprileultima modifica: 2009-04-28T19:38:00+02:00da mangano1
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