Jacqueline Spaccini, Se non è destino questo

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mercoledì 1 luglio 2009
Se non è destino questo…

Non racconterò la serata dall’autore tradotto, bensì la storia che lui e la sua compagna mi hanno raccontato.
Io lo avevo lasciato (la sola volta che l’avevo incontrato) ch’era sposato con un’altra donna.
Lo ritrovo ieri con una bionda gentile, occhi azzurri, fisico non trascendentale, una vera parisienne.
Beh, ho pensato: divorziato, risposato.
Durante la cena e dopo tre coppe di crémant, ho chiesto come si erano conosciuti.
Ecco la storia in sintesi:

1971. Lui è un ventiquattrenne, insegna come professore di inglese in un liceo. Lei, Carole, è una sua studentessa. Lui pensa che lei lo detesti, perché ride sempre quando lui passa davanti e gli sembra per niente interessata alle lezioni. Lei ne è innamorata e gli lascia biglietti anonimi e battuti a macchina contenenti stralci di poesie d’amore nel cassetto di prof. Lui annuncia che sta per sposarsi e parte per il viaggio di nozze. Lei lascia la scuola e si trasferisce in un’altra.

1991. Lui vuole festeggiare i vent’anni di matrimonio invitando quegli studenti che condivisero il momento vent’anni prima. Giro di telefonate.
– E Carole?
– Carole, professore, vive a New York da quasi 20 anni, è sposata e ha un figlio.
– Ah.
Passano altri anni.

2000. Lui incontra una delle sue ex studentesse. Convenevoli. Ricordi.
– E Carole?
– Sempre negli States, professore. Però di tanto in tanto torna a Parigi a trovare i suoi.
– Ah, se la vedi, dille che mi piacerebbe rincontrarla.

2004. Lui rincontra quella stessa studentessa per caso, per strada.
– Prof, lo sa che Carole è a Parigi?
– Ah, dille di chiamarmi.
Carole manda un’e-mail
Il prof risponde con una domanda:
– Eri tu quella dei biglietti d’amore?
S’incontrano l’indomani per un caffè.
E poi l’indomani dell’indomani e l’indomani ancora.

2006. Vanno a vivere insieme.

E sì, la domanda ce l’avevo, ho dovuto trovare le parole giuste per porla:
– Scusate, ma… i rispettivi coniugi?
– Eravamo vedovi tutti e due.
– Ah.

Vi pare che non abbia trovato le parole giuste? E come dovevo farla, la domanda?

Nella grande casa sulla Senna, abbiamo cenato al rez-de-chaussée, sulla terrazza che dà sul verde e sulla Senna, attorniati da piante e fiori. Lei occupa il primo piano (camera da letto, bagno, studio, etc.); lui occupa il secondo piano (idem). Per non far rumore (detestano i rumori, non alzano mai la voce), non si chiamano da un piano all’altro: si telefonano, si inviano mail.
E si ritrovano al pianoterra per i pasti, una chiacchiera, per uscire, un aperitivo, un caffè insieme.
Il resto del tempo scrivono o leggono.

Lasciatemelo dire:

HANNO CAPITO TUTTO DELLA VITA DI COPPIA.

Jacqueline Spaccini, Se non è destino questoultima modifica: 2009-07-02T17:57:00+02:00da mangano1
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