Giulio Stocchi, Vino e poesia

 

 

 

 

 

Sarolta.jpg Il vino                                                            Forse perché di solito

dei poeti                                                lavorano di notte

in un orizzonte astratto

di matite e di città

e conoscono ciò che sussurrano

i portacenere

si abbandonano ostinatamente

all’onda del vino

fino a perdersi in un sospiro confuso

da cui nascerà la parola

che risplenda esatta

la parola non voluta

come il colore del papavero

nei campi dell’estate

Il vino                                                             E perché il vino

dell’amore                                                è luce e rugiada

io ti dico osserva

i nostri due bicchieri

nella latitudine incantata

dei tavoli

e mentre la notte rotola

sui suoi cavalli lontani

non ascoltare quel che dice

il vento che passa

ma spogliati lentamente

finché i nostri due corpi

si uniscano in un unico fiume

che è luce

che è luce

Il vino                                                              E così uniti dagli occhi

della solitudine                                                all’anima

tu ed io ce ne andremo

pieni di leggende e di tazze

perché non voglio ricordare

quello che può essere

di un uomo solo

che da un bicchiere all’altro

insegue la sua vita

sullo zinco di un bar

ascoltando il ticchettio

di una pendola sconnessa

e alzando lo sguardo

ogni volta che una porta

cigola

Il vino                                                             Che parole e che favole

della giovinezza                                    sui nostri tavoli ardenti

e come brillavano gli occhi

Il tempo non era mai abbastanza

fra un discorso e l’altro

e la bottiglia sul bicchiere

aveva quel suono misterioso

che faceva passare

di fronte ai nostri sguardi perduti

tutte le figure delle carte

che ancora

non erano state distribuite

Il vino                                                             Gli amici si ritrovano

dell’amicizia                                                sulla sponda dei tavoli

e i bicchieri che si urtano

in un lampo breve

sono la cifra del loro sorriso

Si confidano segreti maliziosi

i capelli delle donne

il numero incantato

della loro allegria

e nel giro dei bicchieri

sono sempre sul punto

di partire insieme

per paesi scintillanti

Alla fine

si sentono talmente forti

che le loro avventure

irrimediabilmente finiscono

in una pisciata spavalda

contro i muri della notte

Il vino                                                             Ma mai dimenticherò quel vecchio

del coraggio                                                e il suo sorriso calmo

seduto a bere un retsina

con la dignità del suo vestito                                                                                                                                     sfoderato

troppo largo

troppo liso

nella Grecia torturata

dell’anno 1970

Quando la ronda che lo veniva

a cercare

passò come un vento gelido

fra i tavoli dei turisti

che commentavano la geometria                                                                                                                                     solare

del Partenone

si alzò senza fretta

e portando il bicchiere alle labbra

à la liberté

brindò rivolto alla sala

in un francese che ci fece male

Il vino                                                              Si incontrano preferibilmente

degli esuli                                                in certe taverne vicino ai porti

come se la loro esistenza

si fosse impietrita

nell’attimo della separazione

Bevono senza parlare

ognuno fissando il bicchiere

finché d’improvviso

qualcuno comincia a cantare

lentamente

sottovoce

e ad uno ad uno gli altri

fanno coro

in una musica lunga

come di lamento

Il vino                                                             Sulla tavola per tutti

della libertà                                                girerà il nostro vino

una risata adolescente

che ci scenderà nella gola

e ci farà abbracciare

e come il fiore dei sentieri

getta le sue radici fra i sassi

dopo aver percorso tutte

le strade della notte

ci ritroveremo

al crocevia dell’alba

con l’allegria dei pellegrini

che si incontrano

in un luogo santo

Snoopy-Woodstock-peanuts.jpg

Giulio Stocchi, Vino e poesiaultima modifica: 2010-04-06T15:09:00+02:00da mangano1
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