Miguel Martinez, Storie di grattacieli rotanti e di imbroglioni

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Storie di grattacieli rotanti e di imbroglioni
di Miguel Martinez – 17/11/2010

Fonte: kelebek

“Quelle Ferrari valgono oltre 5 milioni di euro e sono arrivate da Dubai. E’ la gita del Ferrari Owners Club di Dubai: prima tappa la Versilia per poi proseguire per maranello. Per una sera Forte dei Marmi è stata bloccata per permettere ai proprietari delle Ferrari di cenare al mitico ristorante Lorenzo. I fans del Cavallino erano in visibilio” – Ventisette Ferrari da Dubai in giro per la Versilia, Il Tirreno, sabato 08.05.2010
Arrivano gli arabi, bloccano Forte dei Marmi, e nessuno si lamenta. Non è affatto vero che cristiani, ebrei e musulmani non possano convivere felicemente. Basta che tutti e tre abbiano i soldi, comunque procurati.
E che i giornalisti si limitino a prendere per oro colato i comunicati stampa degli interessati, lasciando a noi blogger l’ingrato compito di indagare, senza essere pagati da nessuno e rischiando querele. Prendiamo il caso delle Torri Dinamiche del signor Haim David Fisher, nato a Tel Aviv e laureatosi nel 1976 a Firenze, una città che è diventata la sua seconda patria. Anzi, per motivi che capirete alla fine di questo post, la sua unica patria.
Le Torri Dinamiche dovrebbero sorgere prima di tutto a Dubai, poi a Mosca, New York, Miami e Milano. La torre di Dubai avrà un bel po’ di piani (59 secondo i conservatori, 68 per i moderati, 80 secondo gli estremisti). Ogni piano girerà su se stesso, per cui tutto il grattacielo avrà una forma continuamente fluttuante, non turbata dall’eliporto a scomparsa.
Un sistema di ascensori porterà le auto direttamente nelle case dei proprietari, che potranno così provare la suprema felicità di guardare il deserto o il mare inquinato di Dubai da dietro la propria Ferrari.

Dove sorgerà la Torre non è chiaro – alcuni dei bellissimi modelli ce la fanno vedere sulla terraferma,

altre in mezzo al mare.

Non solo: la torre funzionerà esclusivamente con energia eolica, diventando totalmente ecosostenibile, anzi produrrà pure energia in eccesso; e richiederà pochissima manodopera, perché verrà prefabbricata dal Gruppo Gedi di Altamura, in Puglia e assemblata sul posto.

E così,
“«Se, infatti – ha spiegato Fisher – un piano di un grattacielo ‘normale’ si costruisce in tre settimane, quello della Rotating Tower è pronto in soli tre giorni e, anziché 2000 operai ne servono solo 90».
In un articolo dal significativo titolo, “La creatività italiana porta a Dubai una nuova era dell’architettura“, leggiamo:
“Un’altra novità che caratterizza la Rotating Tower è il suo uso dinamico dello spazio, che si adatta alla natura ma anche alle nostre esigenze e, perché no, ai nostri capricci. Grazie ad un meccanismo che consente ad ogni piano di ruotare in modo autonomo, in ogni momento sarà possibile scegliere il panorama che vogliamo vedere dalla nostra finestra, decidere come sfruttare la luce del giorno o lasciare che sia una lenta rotazione a farci godere della natura circostante. La forma e il profilo esterni della Torre potranno così mutare costantemente, dando vita a un nuovo modo di concepire l’architettura: non più fissa e immutabile, bensì dinamica.”
Come dice Repubblica, “l’idea è semplice ma meravigliosa”.
Per Panorama: “La prossima meraviglia di Dubai, una torre rotante che parla italiano”
Per Repubblica (ancora): “Quando la tecnologia pugliese conquista Europa e Oriente”
Per Archimagazine: “L’architettura del futuro parla italiano.”
Per Edilportale: “La creatività italiana debutta a Dubai.”
David Fisher non trascura nemmeno la propria città d’elezione. Al Salone del Mobile di Firenze, Fisher ha messo a nudo il proprio cuore:
“Il suo desiderio più grande è costruire anche nella sua Firenze un grattacielo rotante, «se non di 70, almeno di 10 piani».”
Coniugando furiosamente Modernità e Tradizione, il giornalista aggiunge:
“Ma perché proprio a Firenze, culla del Rinascimento, è nato il grattacielo del futuro? «Perché solo dove c’è la storia – ha detto Fisher – ci può essere il futuro».”
Nel novembre del 2008, il progetto ha fruttato a Haim David Fisher il titolo – sulla fiducia – di Worldwide Architect of the Year per il 2008 dalla DBA (Developers & Builders Alliance), una misteriosa associazione patrocinata da Donald Trump.
Il 6 ottobre 2009, David Fisher ha tenuto anche una “lectio magistralis” al Portici Hotel di Bologna.
“Lectio magistralis” è un termine che associavamo di più alle università che agli alberghi; comunque, se mancava l’accademia, l’impresa era ampiamente rappresentata dalla CNA Emilia Romagna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa Regionale dell’Emilia Romagna), da Vasco Errani, Presidente della Conferenza Stato Regioni e dal Sottosegretario alle Infrastrutture Mario Mantovani.
All’evento, David Fisher ha esposto una filosofia che deve aver esaltato gli imprenditori romagnoli:
“Il suo interesse per la tecnologia edilizia rimanda alla sua Firenze, città d’arte, città che ha dato al mondo scienza, tecnologia e invenzioni che hanno cambiato il mondo. L’idea di dare movimento agli edifici è una risposta filosofica alla vita che cambia così in fretta, maturata forse fin dalla sua infanzia guardando il tramonto del sole che scendeva sul Mediterraneo.
Secondo l’Arch. Fisher, il tempo è la dimensione più importante della vita poiché strettamente legata alla relatività. Il suo nuovo grattacielo, la Rotating Tower, “forgiata dalla vita, progettata dal tempo, deve essere considerata l’inizio di una nuova Era dell’architettura”.”
Curiosamente, lo studio di Fisher è stato fondato nel 2006, cioè lo stesso anno a cui risale il primo annuncio della torre. Dice Fisher:
“Mi trovo circondato da quelli che probabilmente sono i più famosi ingegneri di grattacieli. I miei consulenti sono, probabilmente, i nomi migliori del mondo”.
Gli unici nomi associati al progetto sono sempre gli stessi quattro: David Fisher, ideatore; Fabio Bettazzi e Marco Sala, “con la collaborazione” di Leslie Robertson.
Leslie Robertson è un anziano signore, che ha l’ambigua reputazione di aver ideato l’incrollabile struttura delle Torri Gemelle, anche se dopo l’11 settembre, sembra che sia diventato più modesto nel vantarsene.
Non posso passare la vita a cercare su Google, ma finora di Marco Sala e Fabio Bettazzi, ho trovato tracce unicamente in relazione al progetto delle Torri Dinamiche: per il resto, nemmeno un garage a Scandicci, a quanto pare (prontissimo comunque a correggermi).
Il Gruppo Gedi di Altamura, del geometra Graziantonio Pallotta, indubbiamente esiste, e opera nel campo degli appalti pubblici e della generale cementificazione del territorio da vent’anni. E certamente tiene in piedi il locale gruppo basket, di cui è presidente onorario il senatore del PD, Salvatore Tomaselli. Nichi Vendola si è pure portato dietro il geometra Pallotta e l’architetto Fisher in un viaggio in Cina, che un invidioso giornalista di destra ha chiamato una “spedizione blindata”.

David Fisher, invece, vanta a proprio credito un’unica opera: l’ideazione di un bagno, denominato “Smart Bathroom by Leonardo da Vinci“, attualmente sciacquante e scaricante in un albergo di Dubai il cui nome viene variamente scritto come “Le Meridian” (nei testi pubblicitari di David Fisher) e “Le Méridien” (sul sito dell’albergo stesso).
Haim David Fisher si è vantato di aver ricevuto una “laurea presso l’Istituto Pro Deo dell’Università di Harvard” , un riferimento che è scivolato via dal suo sito quando qualcuno ha fatto notare che non esisteva all’Università di Harvard alcun “Istituto Pro Deo”.
Noi invece conosciamo molto bene qualcosa che si fa chiamare Pro Deo University of Albany, con varie latineggianti varianti, ad esempio, la “Patriarchal Studium Generale Universitas Pro-Deo”. [1]
Un’università di cui ci siamo già occupati ampiamente su questo blog.
Questa università opera in tutto il mondo – il laureato più noto è George Popper (Popper György), un ungherese-israeliano che dirige la federazione mondiale delle guardie del corpo (IBSSA), coinvolta non si sa quanto a ragione nelle inchieste della magistratura italiana sui traffici di mercenari e nel presunto complotto per uccidere Evo Morales.
Ma forse ancora più famoso è Sua Maestà, Michael James Alexander Stewart Count of Albany, nella vita reale Michel Roger Lafosse, un ex-camieriere belga che rivendica il trono della Scozia, in fuga dall’Inghilterra dove è accusato di aver falsificato il proprio certificato di nascita.
La Pro Deo University ha numerosi “laureati” in Italia. Alcuni sono piuttosto noti, come l’on. Alfredo Biondi o Mons. Elio Sgreccia, della cui opera come distributore di lauree potete leggere un resoconto – involontariamente esilarante – sul sito di qualcosa che si chiama Accademia Bonifaciana di Anagni, che si vanta di essere gemellata con i Papafriends.
Molti laureati della Pro Deo sono imprenditori, come Severino Barzan, titolare della “Bottega del Vino” di Verona, che dopo aver confessato la propria scarsa propensione allo studio, racconta:
“però ho fatto felice lo stesso mio padre, perché la Prodeo University di Albany (New York), dieci anni fa, mi ha conferito una laurea Honoris Causa in Scienze Economiche e Commerciali.”
Una laurea che lo accomuna al signor Duilio Gego della Gego Motors di Catania, che ha ottenuto anche “la Benemerenza dell’Anno Mariano della Madonna della Consolazione rilasciata dal Monsignor Giuseppe D’Ascola prelato del Papa“.

Antonio Meneghetti (quello che somiglia a Funari) ottiene un’altra Laurea Honoris Causa, questa volta in economia dall’Università di Dnepropetrovsk
La Pro Deo ha concesso una laurea ad honorem in fisica al creativo psico-ufologo italiano, l’ex-frate Antonio Meneghetti, fondatore dell’Ontopsicologia, di cui abbiamo già parlato qui.
Dietro la Pro Deo, troviamo sempre la figura dell’ormai anziano, ma sempre sorridente, Sua Beatitudine Dom Lorenzo Michael de Valitch, Capo di qualcosa che si chiama “Chiesa Cattolica Ortodossa Americana”, una delle più produttive fabbriche di titoli universitari, cavallereschi ed ecclesiastici al mondo. Il mistero lo svela il Corriere della Sera:
“L’ Universitas internationalis studiorum superiorum Pro Deo, con sede a New York sulla settima Avenue, e’ in testa all’ elenco del ministero dell’ Universita’ sugli istituti stranieri che rilasciano titoli non validi per il nostro ordinamento. La sua attivita’ comunque, piu’ che didattica, e’ assimilabile a quella di un’ agenzia viaggi. Individuati gli aspiranti dottori, la Pro Deo li carica su un “charter” con destinazione USA. Viaggio, soggiorno e cerimonia costano poco meno di 10 milioni [di lire] a testa.”
Sappiamo poi che David Fisher è stato console onorario d’Italia in Israele dal 1995 al 1998, per poi rinunciare, rifiutandosi di darne spiegazione, alla cittadinanza israeliana.
Noi una spiegazione ce l’avremmo: proprio mentre faceva da console onorario per il nostro paese, David Fisher è stato il protagonista di una delle bancarotte fraudolenti più clamorose nella storia d’Israele. Riassumiamo quanto scrive il sito dello studio legale che l’ha incastrato, la Kalmanson & Co. di Tel Aviv.
David Fisher avrebbe costituito una società, la Dunhill Concern, impegnata a costruire quattro fabbriche nel deserto attorno a Beer Sheva.
Avrebbe quindi contratto un grosso prestito dal Banco di Napoli – garantito da un ente statale italiano (forse in un errore di trascrizione dall’ebraico, l’ente viene chiamato Sacche).
Senza nemmeno iniziare i lavori, David Fisher si sarebbe intascato i soldi (oltre 100 milioni di Euro) e avrebbe fatto dichiarare fallimento alla ditta, la cui proprietà era nascosta dietro un prestanome, Alan Katz, il quale è poi passato a testimoniare per l’accusa.
Nel maggio 2002, un tribunale israeliano accertò la responsabilità personale di David Fisher, ma si attende la sentenza della Corte Suprema per recuperare le somme nascoste in un’inestricabile rete di ditte immaginarie con sedi in posti come Lichtenstein e le Bahamas.
Da notare che la condanna ebbe luogo diversi anni prima che David Fisher iniziasse a spacciare al mondo le Torri Dinamiche di Dubai.
Comunque, lo scorso aprile, anche nella Culla del Rinascimento, un tribunale ha condannato il creativo architetto.
Leggiamo infatti sul sito della Nazione di Firenze:
“L’architetto fiorentino di origine israeliana, Haim David Fisher, noto per il progetto della «Rotating tower» di Dubai, primo esempio di grattacielo girevole, ha patteggiato davanti al tribunale di Firenze tre anni di reclusione per bancarotta fraudolenta, pena condonata da indulto. Con Fisher ha patteggiato una pena a due anni, anche questa indultata, un imprenditore greco co-indagato. La vicenda è relativa al fallimento nel ’98 della Comit, società di costruzioni di cui Fisher era amministratore unico.
L’ACCUSA – Secondo l’accusa i due indagati avrebbero dissipato almeno 70 miliardi di vecchie lire, una somma legata ad un’operazione «chiavi in mano» per la realizzazione in Israele di quattro stabilimenti e di un centro direzionale nella zona industriale di Beer Sheva per conto della società committente S. Dunhill General Industries Tio Israel ltd. Inoltre, la somma pagata a Comit per i lavori venne distratta tramite un vasto giro di fatture tra società riconducibili ai due imputati per operazioni in tutto o in parte inesistenti e che facevano perno anche su contratti in subappalto.”
Ora, nessuno sostiene che le Torri Dinamiche di Dubai siano anch’esse “operazioni in tutto o in parte inesistenti“. Le fonti concordano nel sostenere che la nuova Meraviglia del Mondo dovrebbe essere pronta “entro il 2010″ .
Mancano ancora 45 giorni, per cui i 600 clienti che già nel 2008 avrebbero pagato un anticipo – almeno secondo Fisher – non devono disperare: la torre, come ha precisato l’inventore, si può costruire a una velocità quasi miracolosa.
Il giornalista inglese, Johann Hari, racconta del suo incontro a Dubai con un’impiegata di un Pizza Hut di Dubai.
“Chiedo alla ragazza filippina dietro il bancone se le piace qui. “Va bene”, risponde cautamente. Davvero, chiedo… io non riesco a sopportarlo. Lei sospira con sollievo e dice, “Questo è un posto assolutamente terribile! Lo odio! Ci ho messo qualche mese per rendermene conto – tutto a Dubai è falso.Tutto ciò che vedi. Gli alberi sono falsi, i contratti dei lavoratori sono falsi, le isole sono false, i sorrisi sono falsi – persino l’acqua è falsa!”
Ma lei adesso è in trappola, dice. Si è indebitata per arrivare qui, ed è incastrata per tre anni: ormai per me è una vecchia storia. “Credo che Dubai sia come un’oasi. E’ un’illusione, non è reale. Pensi di aver visto l’acqua in lontananza, poi ti avvicini e resti sola con una boccata di sabbia”.
Nota:
[1] Questa Pro Deo non va confusa – anche se probabilmente vorrebbe vorrebbe essere confusa – con l’Istituto di Studi Superiori “Pro Deo” di Roma, attualmente la LUISS, che è un’entità per certi versi controversa, ma seria.

Tratto da http://kelebeklerblog.com.
Titolo originale: “Haim David Fisher a Dubai. Dove incontriamo sceicchi, torri rotanti e torri cadenti, vinai, bancarottieri fraudolenti, la Creatività Italiana, Ferrari rombanti, camerieri re di Scozia e molti, molti giornalisti cialtroni”.

Miguel Martinez, Storie di grattacieli rotanti e di imbroglioniultima modifica: 2010-11-18T16:06:15+01:00da mangano1
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