Agi Berta,Noi credevamo…noi crediamo

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Noi credevamo…noi crediamo
pubblicata da Agi Berta il giorno domenica 21 novembre 2010 a

11. goffredo mamelijpeg.jpegOggi pomeriggio finalmente sono andata a vedere Noi credevamo…
Amo il cinema, ma non sono una brava critica, cado in tutte le trappole dei registi, mi commuovo, batto le mani alla fine come se stessi in teatro, in effetti, amo andare da sola per non mettere a disagio eventuali amici miei con il mio atteggiamento teatrale cui solo la spontaneità può dare qualche blanda giustificazione.
Prima di iniziare questa nota volevo, però leggere qualche critica – in genere non le leggo mai – cose serie insomma, fatte dagli addetti ai lavori. Per sfortuna la prima critica capitatomi sotto mano lo aveva stroncato cosi non continuai nemmeno l’aggiornamento. Preferisco conservare dentro di me le mie emozioni, giuste o sbagliate che sono.
Consapevole però dei miei limiti, non voglio parlarvi del film, non voglio analizzarlo, posso solo dirvi che mi è piaciuto tanto e che consiglio a tutti voi ad andarlo a vedere.
E mi fermo qui.
Vorrei invece raccontarvi una storiella collaterale.
All’ingresso dell’America Hall trovai un gruppo di ragazzini con una giovane e bella professoressa. Mancava il foglio delle presenze con tanto di firme e timbri, non avevano nemmeno raccolto i soldi, ma ciascun ragazzo aveva comprato il biglietto da sé…allungando non poco la già consiste fila. Si trattava dunque un’iniziativa personale della giovane collega. Iniziativa accolta con una punta disapprovazione degli spettatori presenti:
„Ma come? Ora portano anche sabato sera i ragazzi al cinema? Ma perché non raccoglie i soldi sta cretina? Vuoi vedere che per colpa di questi ragazzi finiranno i biglietti per noi e cosa faremo, mica possiamo andare a mangiare la pizza alle 6 di pomeriggio…” Ecc.
Comunque tutto bene che finisce bene, nessuno è rimasto fuori per “colpa “ dei ragazzi. Io li seguì cosi, per curiosità o per deformazione professionale, non saprei dirlo. Mi colpì molto l’autorevolezza della giovane collega che con il solo movimento di disapprovazione delle sopraciglia fece togliere i cappellini ad alcuni maschi da aria di bulli, e riuscì a mantenere con pacata serenità un ordine ed un silenzio raramente osservabili in un’uscita scolastica.
Dopo il film mi sono fermata a chiacchierare con lei e con i ragazzi. Si trattava degli alunni di una scuola media dei colli aminei e della loro insegnante, supplente annuale. Lei il film lo aveva già visto e ci teneva a mostrare ai suoi allievi. Per motivi burocratici – le uscite scolastiche sono regolamentate da norme alquanto farraginose – preferì portare la sua classe al cinema cosi….”al nero”, per iniziativa personale assumendo delle responsabilità che in caso qualche malaugurato incidente avrebbe pagato molto caro.
Vi ripeto non voglio parlare dei film, posso solo unire due citazioni che esprimono il suo leit motiv: “Abbiamo piantato un albero con radici malate”…da cui è cresciuta la pianta di un’Italia “gretta, superba e assassina”ove i politicanti avevano, azzittito, schiacciato ed eliminato proprio quelli che avevano realizzato l’unità, sacrificando le loro vite, sacrificando i loro affetti….perchè credevano.
Questa collega molto probabilmente non diventerà mai un insegnante di ruolo, figuriamoci se potrà mai diventare ministro della pubblica istruzione o un assessore alla cultura.
Però crede in ciò che fa.
Non è poco.
Gente cosi aveva fatto l’unità d’Italia e non è colpa loro che i risultati sono stati discutibili.
Quelli li dobbiamo agli altri, ai politicanti miopi, corrotti o semplicemente rappresentanti di interessi diversi da ciò che il loro ruolo li imporrebbe.
Esattamente come nella scuola.

Agi Berta,Noi credevamo…noi crediamoultima modifica: 2010-11-21T16:56:02+01:00da mangano1
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