Memory Once, Ogni donna adora un fascista?

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“Ogni donna adora un fascista”
Post aggiunto da Memory_once il 29 Aprile 2011 alle 11:00
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Provocazione(non mia) e spostamento metaforico che vuol togliere
aggressività al termine( un dictat inamovibile) per deviare  l’attenzione
su altre diramazioni del suo significato.
Il fascista potrebbe essere l’uomo che sa ficcare le mani nelle cose
a differenza di quell’uomo che ti chiede se dentro la borsa hai il rimmel
perché lo ha dimenticato a casa. L’uomo contemporaneo è un nichilista
che non vuole te né ti vuole offrire niente: l’uomo “ fascista” ti offre il pranzo,
l’altro ti chiede la carta di credito  e il rossetto.

( Era scomparso il mio post forse per un disguido tecnico, spero!)

Vieni a sconvolgere il tuo schiavo

Deliziosa fanciulla,esiste una sorte migliore che di essere schiavo tuo,
Tu, che io servo, Tu, che io adoro?…
Quando di notte scivolo furtivo ai tuoi piedi, quale felicità prenderti fra le braccia!
Vieni a piedi nudi, vieni a sconvolgere il tuo schiavo, Tu che io servo, Tu!

René de Chateaubriand

Signore del tuo corpo e del tuo spirito

Penso sempre a te. Quando vado a letto la notte è una specie di tortura per me.
Non scriverò su questa pagina ciò che mi riempie la mente,
la vera e propria pazzia del desiderio. Ti vedo in cento pose, vergognose, verginali,
languide, impudiche. Concediti interamente, tutta, quando ci rivediamo.
Tutto ciò che è nascosto agli altri, devi darmelo. Voglio essere signore del tuo corpo e del tuo spirito.

James Joyce

La felicità dell’uomo si chiama:io voglio

Chi più d’ogni altro la donna odia?Così parlò il ferro al magnete:”
Io odio te più di ogni altro, perchè tu attiri, ma non sei abbastanza forte per attrarre a te”.
La felicità dell’uomo si chiama io voglio. La felicità della donna si chiama : lui vuole

Friedrich Nietzsche

Le donne apprezzano la crudeltà

Le donne apprezzano la crudeltà più di ogni altra cosa.
Hanno degli ammirevoli istinti primitivi. Noi le abbiamo emancipate,ma esse
sono rimaste delle schiave che vanno in cerca del loro padroni e godono di essere dominate.

Oscar Wilde(sir Henry,da Il ritratto di Dorian Gray)

Le mie delizie

Le mie delizie son tutte e’l mio gioco
viver ardendo e non sentire il male
Gaspara Stampa

Attraverso ogni nuova sofferenza

Una donna, attraverso ogni nuova sofferenza che ci infligge,
aumenta il suo potere su di noi, ma anche le nostre esigenze verso di lei.
Col male che ci fa ci accerchia sempre più, raddoppia le nostre catene…

Marcel Proust

Il possesso

Il possesso di ciò che si ama è una gioia ancora più grande dell’amore

Marcel Proust

Prostrarsi…

“Prostrarsi ai piedi di una padrona imperiosa, obbedire ai suoi ordini,
chiedere il suo perdono, questo era per me un dolce piacere”.

Jean-Jacques Rousseau

Ai suoi piedi

“Nulla di quanto m’ha fatto provare il possesso della donna vale
i due minuti passati ai suoi piedi senza osare nemmeno toccarle il vestito”.

Jean-Jacques Rousseau

Educazione

“Mi manchi proprio, mio caro piccolo;durante gli ultimi giorni ti avevo educato così bene..
.Adesso devo ricominciare da capo con l’educazione quando ritornerò”.

lettera di Elisabetta d’Austria (Sissi) al marito Francesco Giuseppe

Tentazioni

“L’aria di quella camera affittata oggi a questo , domani a quello, si affrontava
col profumo del suo corpo.Indugiò con gli occhi sullo scendiletto logoro,
calpestato da molti piedi.Pensò all’odore che dalla pelle di quei piedi saliva
ed entrava nell’anima di altri sconosciuti.Era una strana impressione,ora ripugnante ora irresistibile…
E sempre quell’uomo stava lì dietro la porta. Fu afferrata dal desiderio di buttarsi
su quel tappeto, baciare la tracce repulsive di quei piedi e di eccitarsene
come una cagna annusante. D’improvviso s’inginocchiò per terra,i fiori del tappeto
rameggiarono davanti ai suoi occhi ;ella vide le proprie cosce di donna piegarvisi sopra…
le sue mani sul pavimento si fissavano l’un l’altra, come due animali a 5 zampe.
Le venne in mente di nuovo l’uomo che stava lì, mentre lei era accucciata a quattro gambe,
nuda, dietro la porta…. Vide il proprio corpo giacere sotto quello dello straniero,
vide gli occhi dell’uomo che la piegavano,che la costringevano giù….
vedeva quell’espressione d’estasi che le era stata strappata con la violenza,
quell’immensa immaginaria resa e dedizione dell’anima….
E poi Claudine sentì con orrore che, nonostante tutto, il suo corpo si colmava di voluttà.
E in fondo alla sua memoria pensava a qualcosa che aveva sentito una volta in un giorno di primavera:
come un potersi dare a tutti, eppure appartenere a uno solo.”

R.Musil,da “Il compimento dell’amore”.

Accanto a te

…Accanto a te,vuoto
non nato ancora, anelante,
con gli occhi chiusi
preparato già il corpo
per il dolore e il bacio
con il sangue al suo posto
io in attesa
-ah,se non mi avessi guardato-
che tu mi amassi
e mi dicessi:”Ora”

Pedro Salinas

Poesia XXV

La luce ha questo di male
che non viene da te
La luce viene dai soli
dai fiumi, dall’oliva
Io preferisco la tua oscurità.
L’allegria
non è mai la stessa mano
che me la dà
…Ma non è mai la tua
Per questo prendo sempre
la pena, ciò che mi dai.

Pedro Salinas

Non voglio che tu te ne vada…

Non voglio che tu te ne vada,
dolore, ultima forma
di amare.Mi sento
vivere quando mi fai del male…

Pedro Salinas

Non sono solo un uomo innamorato…

“Io non sono soltanto un uomo innamorato: sono lo schiavo di Natascia.
E per lei affronterei non soltanto la prigione ma anche la morte”

Rodolfo Valentino, per la moglie Natascia Rambova

Ogni donna adora un fascista

“…Every woman adores a Fascist,
“The boot in the face, the brute
Brute heart of a brute like you…”

(Sylvia Plath, “Daddy”)

Come donna voglio essere dominata

“Voglio vivere beatamente e oscuramente nella mia femminilità.
Voglio un uomo sopra di me.Il suo volere, il suo piacere, il suo desiderio.
Come donna voglio esser dominata,catturata, posseduta dal volere di un maschio
a suo piacimento, a suo comando. “

Anais Nin

Il titolo è una frase di Sylvia Plath sottratta
alla sua STUPENDA Poesia

“ Daddy”
Non servi, non servi più,
O nera scarpa, tu
In cui trent’anni ho vissuto
Come un piede, grama e bianca,
Trattenendo respiro e starnuto.

Papà, ammazzarti avrei dovuto.
Ma tu sei morto prima che io
Ci riuscissi, tu greve marmo, sacco pieno di Dio,
Statua orrenda dal grigio alluce
Grosso come una foca di Frisco

E un capo nell’Atlantico estroso
Al largo di Nauset laggiù
Dove da verde diventa blu.
Un tempo io pregavo per riaverti.
Ach, du.

In tedesco, in un paese
Di Polonia al suolo spianato
Da guerre, guerre, guerre.
Ma il paese ha un nome molto usato.
Un mio amico polacco

Mi dice che ce n’è un sacco.
Cosi non ho mai saputo
Dov’eri passato o cresciuto.
Mai parlarti ho potuto.
Mi si incollava la lingua al palato.

Mi s’incollava a un filo spinato.
Ich, ich, ich, ich,
Non riuscivo a dir più di così.
Per me ogni tedesco era te.
E quell’idioma osceno

Era un treno, un treno che
Ciuff-ciuff come un ebreo portava via me.
A Dachau, Auschwitz, Belsen.
Da ebreo mi mettevo a parlare.
E lo sono proprio, magari.

Le nevi del Tirolo, la birra chiara di Vienna
Non sono molto pure o sincere.
Per la mia ava zingara e fortunosi sbocchi
E il mio mazzo di tarocchi e il mio mazzo di tarocchi
Qualcosa di ebreo potrei avere.

Ho avuto sempre terrore di Te,
Con la tua Luftwaffe, il tuo gregregrè.
E il tuo baffo ben curato
E l’occhio ariano d’un bel blu
Uomo-panzer, panzer O Tu –

Non un Dio ma svastica nera
Che nessun cielo ci trapela.
Ogni donna adora un fascista,
Lo stivale in faccia e il cuore
Brutale di un bruto a te uguale.

Tu stai alla lavagna, papà,
Nella foto che ho di te,
Biforcuto nel mento anziché
Nel piede, ma diavolo sempre,
Sempre uomo nero che

Con un morso il cuore mi fende.
Avevo dieci anni che seppellirono te.
A venti cercai di morire
E tornare, tornare a te.
Anche le ossa mi potevano servire.

Ma mi tirarono via dal sacco,
Mi rincollarono i pezzetti.
E il da farsi così io seppi.
Fabbricai un modello di te,
Uomo in nero dall’aria Meinkampf,

E con il gusto di torchiare
E io che dicevo sì, sì.
Papà, eccomi al finale.
Tagliati i fili del nero telefono
Le voci più non ci possono miagolare.

Se ho ucciso un uomo, due ne ho uccisi –
Il vampiro che diceva esser te
E un anno il mio sangue bevé,
Anzi sette, se tu
Vuoi saperlo. Papà, puoi star giù.

Nel tuo cuore c’è un palo conficcato.
Mai i paesani ti hanno amato.
Ballano e pestano su di te.
Che eri Tu l’hanno sempre saputo.
Papà, papà, bastardo, ho finito

[Traduzione di Giovanni Giudici]

Memory Once, Ogni donna adora un fascista?ultima modifica: 2011-05-01T14:44:53+02:00da mangano1
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