Aldo Giannuli,Elezioni: non ci giochiamo solo Milano ma l’Italia.

da www.aldogiannuli.it

Elezioni: non ci giochiamo solo Milano ma l’Italia.
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Anche se il movimento 5 stelle mi lascia perplesso per diversi aspetti (non ultimo per una certa idolatria legalitaria) domenica voterò per il suo candidato sindaco MATTIA CALISE. Il mio amico PISAPIA avrò modo di votarlo al secondo turno, quando si deciderà chi è il sindaco di Milano. Segnalo anche gli amici che stimo disseminati nelle varie liste della sinistra:
Nunzia AUGERI nella lista della Federazione della Sinistra
Ada GIGLI MARCHETTI nella lista Milly Moratti
Yuri GUAYANA nella lista Radicale
Mirko MAZZALI in Sel.
Esaurite le doverose segnalazioni d’occasione, veniamo al merito politico.
Grillo a volte eccede ed io non amo la politica troppo personalizzata, però mi sembra che sia utile dare un segnale di fronte allo sfascio delle organizzazioni tradizionali della sinistra: dal Pd a Rifondazioni, all’Idv ai Radicali ecc. Ci vuole qualcosa di nuovo che rompa con la logica degli apparati burocratici che producono un personale politico sempre più scadente ed un desolante vuoto di idee. Diciamocelo francamente: se non ci fosse Berlusconi, questi non saprebbero di cosa parlare.

Anche Sel mi sembra una risposta insufficiente, ancora troppo interna a questo modo di essere della sinistra (oltre che non essere meno personalizzata del movimento di Grillo).
Nel complesso il movimento 5 stelle è la cosa un po’ più fuori dai giochi che c’è in giro, anche se no ha la caratterizzazione di classe che io cerco.
Tutto sommato, un voto –al primo turno- al candidato sindaco di questo movimento, mi sembra che possa essere un modo per dire che ci vuole un rinnovamento molto deciso. Votare uno studente ventenne può anche servire a dire che non è normale una politica nella quale a sessanta anni non ci si avvia alla pensione ma si è ancora in ascesa ed a cinquanta si è ancora un bouy scout.  Abbiamo un ceto politico fossile che sopravvive a qualsiasi sconfitta, inossidabile ed intangibile: direi che non se ne può più.
Però, sia chiaro anche che dobbiamo mettercela tutta per battere la destra a Milano. In primo luogo perchè, in questo caso, non c’è solo da votare contro qualcosa e qualcuno ma anche a favore di qualcuno: Giuliano PISAPIA è un ottimo candidato e, realisticamente, è il massimo che, come sinistra, potevamo avere. Se poi non vi va bene neanche Pisapia, sceglietevi un eremo in cui ritirarvi a meditare su quanto sia malvagio il mondo e quanto siete puri voi.

Ma non si tratta solo di questo e solo di Milano. Deve essere chiaro che questa volta la posta in gioco è molto più alta. Non ci vuole chissà quale scienza divinatoria per capire che se Berlusconi prende un bagno a Milano, dopo essersi candidato in prima persona ed aver così pesantemente caricato di significati nazionali il voto milanese, è l’inizio della fine. In primo luogo per il valore simbolico della cosa. In secondo luogo perchè ci penserebbe Bossi a staccare la spina al governo. E poi il referendum potrebbe assestargli una doppietta micidiale.

Liberarsi di Berlusconi è diventata una necessità vitale, anche per liberarsi dell’antiberlusconismo ossessivo che impedisce di parlare d’altro. Questa è l’occasione buona, non sprechiamola.
E possiamo farcela, nonostante l’alluvione di denaro che la signora sta spandendo in questa campagna elettorale. Perchè, se noi di sinistra non stiamo messi molto bene, non è che quelli della destra abbiano poi tanto da stare allegri: in cinque anni hanno avuto due scissioni (prima Casini, poi Fini), hanno un leader logoratissimo e coperto dal ridicolo e dallo squallore, il bilancio che presentano, tanto a livello nazionale che locale, è roba da bancarotta politica, sono pieni di risse interne fra Pdl e Lega, fra Moratti e Formigoni, fra ex An ed ed Forza Italia, hanno una lista funestata da scandali di vario tipo e la signora irradia naturalmente antipatia come Fukushima emana radioattività.

Si pensi, poi, al caso Lassini: è facile prevedere che l’uomo  entrerà in consiglio comunale con un plebiscito di migliaia di voti; in caso di secondo turno, se la Moratti dichiara di non accettarlo nel suo gruppo consiliare corre il rischio di perdere una bella fetta di quei voti, se non lo dichiara manda in bestia quelli della Lega ed allontana molti voti centristi.
Di fatto la signora deve sperare di farcela al primo turno, altrimenti per lei si fa grigia.
Ho fatto un conto: ho diviso l’elettorato in 4 gruppi: 1°Moratti, 2°Pisapia, 3°Palmeri e candidati minori, 4° Calise.

In caso di ballottaggio, il 3° gruppo (sia che Palmeri si apparenti con uno dei due candidati o che non lo faccia) si dividerà in tre: astensioni, Moratti e Pisapia. I sondaggi danno un 5-5,5% a Palmeri ed un 1-2% a tutti gli altri minori, dunque un totale intorno al 6%. Ipotizziamo che un terzo circa si astenga, e che il rimanente 4% si divida fra i due candidati: può anche darsi che la Moratti prenda qualcosa in più di Pisapia, ma, facendo la somma algebrica, il recupero sarà piuttosto limitato, Se ogni 10 elettori di questo gruppo, 4 scelgono Pisapia e 6 la Moratti, questo significa che il vantaggio della Moratti su Pisapia potrebbe essere circa dello 0,8%. Facciamo l’1% per essere pessimisti.

Al contrario, l’elettorato del 4° gruppo si dividerà fra astensione e Pisapia, mentre è del tutto inverosimile che la Moratti possa pescare qualcosa in questa area. I sondaggi danno Calise fra il 3,5% ed il 5 e qualcosa. Dunque, Pisapia, prudenzialmente, può recuperare un 2-2,5% da questa area.

C’è poi una altro aspetto da valutare: notoriamente, la Moratti non riscuote simpatie trionfali nè nell’elettorato leghista nè in quello ciellino. Sia l’uno che l’altro, tuttavia, al primo turno andranno a votare per la propria lista o il proprio candidato, e quindi voteranno anche per lei; ma questo varrà anche al secondo turno, quando ci sarà da votare solo per la Moratti? Ovviamente, la maggior parte degli elettori sia leghisti che ciellini voteranno per la Moratti al secondo turno, ma non la totalità. E, dunque, una perdita di 2 punti percentuali fra primo e secondo turno, per la Moratti, è una stima per difetto che non tiene conto nemmeno del problema Lassini.

Al contrario, è ragionevole che Pisapia mantenga quasi intatto il seguito del primo turno, sia perchè candidato molto più condiviso dalla coalizione (non è probabile una defezione significativa dell’elettorato Pd), sia perchè il suo elettorato sarebbe molto più motivato a sostenerlo avendo la sensazione di potercela fare.
Tirando le somme:
– la Moratti probabilmente perderà circa il 2% dei suoi voti al primo turno, aggiungendo un 2,5% dal centro quindi dovrebbe registrare un +0.5%;
– Pisapia dovrebbe mantenere sostanzialmente intatto il suo seguito cui aggiungerebbe un 1,5% dal centro ed un 2-2,5%. Dunque, un 3,5%-4% sul primo turno. Dunque la differenza finale dice che Pisapia può recuperare da 3 a 3 punti e mezzo sulla Moratti.

Questo nel caso più favorevole alla Moratti. Ma consideriamo che potrebbe andarle anche peggio:  sia raccogliendo meno consensi nell’area di centro, sia registrando una flessione più secca sul suo elettorato del primo turno.
Morale: se la Moratti, al primo turno, non ha uno stacco di almeno 4-5 punti percentuali su Pisapia è a rischio.
Come vedete la partita è apertissima e ce la si può fare: rimbocchiamoci le maniche e diamoci da fare, soprattutto a recuperare voti fra gli astensionisti.
Dopo il 30 maggio ne riparliamo…

Aldo Giannuli

Aldo Giannuli,Elezioni: non ci giochiamo solo Milano ma l’Italia.ultima modifica: 2011-05-11T15:07:53+02:00da mangano1
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Un pensiero su “Aldo Giannuli,Elezioni: non ci giochiamo solo Milano ma l’Italia.

  1. Puo’ essere ch alla fine di questo mese per una circostanza particolare di numeri abbiamo a Milano anche un sindaco diverso dall’attuale e e me lo auguro.
    Ma non si puo’ dite che quello presentato dalla sinistra sia il meglio e che se uno e ‘sconento come lo sono io deve andare in un eremo .
    Pisapia ha sbagliato due volte per un politico :
    a non dire che e’ stato un opportunista nel caso di affittopoli ,e
    a non dire del suo passato anzia ad abiurarlo.
    A Obama hanno rotto le scatole per due anni perche’ non voleva dire dove era nato e poi e’ stao costretto ad ammetterlo .
    Mettendo insieme questi due fatti ne viene fuori una personalita’ piuttosto furbetta , fragile e insicura.
    Dopo i cio’ mi faccio un augurio :che sia eletto e che faccia bene in una citta’che ha bisogno di faccie nuove ma anche di persone che hanno un etica personale cristallina .
    A mio avviso siamo molto distanti da questo traguardo in tutti gli schieramenti .
    Quanti poi hanno fatto la politica in strada ?Scalise ,mai visto.
    E’ questo il nuovo?
    Nella zona 6 ho visto solo una ragaza davanti al supermercato e alle chiese che faceva la politica presentandosi con uno stile nuovo . A.todesco

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