Attilio Mangano, Vorrei capire meglio ( lettera a Gianfr.La grassa)

17. SERGIO ROMANO.gif

caro Gianfranco,riconosco in partenza le mie incompetenze nell’analisi  economica  ed è probabile che le osservazioni e le domande da me poste ti appariranno ingenue  ma se accetti di riconoscere la mia buona fede  prova a rispondere se puoi come farebbe un maestro all’allievo. La domanda base è semplice, cosa c’è di grave e /o di negativo in un quadro di dipendenza concordata del governo italiano nei confronti  di una linea americana ” obamiana”? La dipendenza dagli interessi americani fa parte della storia  del capitalismo italiano, capisco benissimo le ragioni per cui è importante criticarla, capisco meno però ” in nome di cosa” essa va combattuta, di una  diversa politica mediterranea, di un diverso rapporto col capitalismo russo, di un diverso rapporto col capitalismo cinese? Posto che da anni si riconosce la crisi di egemonia e  di ruolo del vecchio modello statunitense, riconoscendo certo l’importanza di una politica di ” indipendenza”  nazionale in un contesto di rapporti di forza che comunque non sembra consentire altre vie, riconoscendo che gran parte dei nostri stessi politici siano in parte o del tutto ” venduti”, mi chiedo e ti chiedo – io che come sai ho cercato di prendere sul serio lo stesso progetto craxiano come tentativo di  conduzione di una politica diversa , non ho motivo di dubitare di una tua lettura delle scelte maturate a suo tempo sul  Panfilo Britannia nel 1992 come  vero e proprio ” complotto” mirante a far fuori Craxi e il  craxismo per i suoi aspetti ingrombranti e poco affidabili, torno a chiedermi a venti anni di distanza  cosa avrebbero dovuto e potuto fare i nostri governanti, perchè  sono impossibilitati, quali sono in prospettiva le possibili vie di uscita. Che  ci sia uno scontro geopolitico per il dominio del mondo e che la catena di conflitti  sia più nervosa e complicata di quanto spesso appaia non ne dubito minimamente ma vorrei capire meglio le alternative reali, i modi e i tempi, le prospettive entro cui potrebbero maturare e quali opzioni dunque auspicare come tappa di un percorso di avvicinamento.  Ti chiedo ancora scusa per il tono ingenuo e la elementarità delle domande ma prova a pensare che  probabilmente  parte dei tuoi stessi lettori  ha   domande simili da porre e che  esse hanno una loro importanza sia pure relativa. Grazie per l’attenzione, un caro saluto dal vecchio amico Attilio Mangano.

DUE ARTICOLI DA CONOSCERE (a cura di GLG)

Il primo articolo (su Libero di ferragosto) non ha bisogno di troppi commenti. Documenta, pur sinteticamente (ma con sapidità), che gli economisti sono ignoranti o pagati da qualcuno per diffondere menzogne. Tuttavia, vi sono anche le dichiarazioni, veramente “divertenti”, di Keynes (poco prima del crollo del ’29) e di Lucas nel 2007 (sui subprime); e devo ammettere che non riesco a considerare questi due né ignoranti né venduti. Si pensi però quello che si vuole; tuttavia, sarebbe ora di prendere le distanze da certi personaggi e di smetterla di considerarli degli oracoli. Se poi pensiamo che si dà credito, pur sputtanandole in continuazione, alle società di rating, chiaramente e senza dubbio alcuno al servizio di speculatori e di parti politiche legate ad ambienti statunitensi, il comportamento dei nostri media come dei nostri politici (non solo italiani) deve finalmente condurci all’odio e disprezzo più totali nei confronti di questi “vati” da strapazzo.

Il secondo articolo (sul Giornale del 14 u.s.) è ancora più rilevante. Dimostra, e non certo con intento critico (anzi!), come Berlusconi sia stato ormai schiacciato dagli Usa (di Obama). Mettete insieme l’articolo di Ferrara (con peana a Napolitano) a questo; si ha la prova “assoluta” di tale affermazione. Draghi, fra l’altro, è stato assieme a Monti (prima anche a Tremonti) uno dei più gettonati quale possibile premier di un governo di salvezza nazionale, che abbiamo dimostrato mille volte essere puramente e semplicemente un governo del presdelarep, cioè di colui che meglio rappresenta certi ambienti vicini agli Usa (a certi Usa, non quelli della “vecchia” strategia di tipo “asiatico”, diciamo così molto succintamente). Che Berlusconi sia ormai pura copertura di questi ambienti – e non sarà cambiato tanto presto perché sembra proprio che questi settori filo-americani non riescano a trovare “ricambi” adeguati – è del tutto evidente; il rapporto con Draghi è solo il “buco” nella “ciambella” ben cotta da circa un anno (come minimo dalla fine dell’anno scorso; ci si ricordi la “data fatale”: 14 dicembre).
Torneremo sulla questione in un prossimo articolo. Qui ricordo solo che Draghi sembra essere stato presente sul “Panfilo Britannia” (1992) dove si sa da lunga pezza che cosa fu “condito”. Inoltre, nel 1999 (Direttore del Tesoro) avrebbe dovuto partecipare alla riunione in cui Gnutti e Colaninno (i “capitani coraggiosi” favoriti dal premier D’Alema, già “aiutante in campo” di Clinton per la guerra contro la Serbia) andavano a trattare l’acquisto della Telecom, importante pezzo delle aziende pubbliche di carattere strategico. Il presidente di quest’ultima, Bernabè, era convinto che Draghi si sarebbe presentato esercitando la golden share per bloccare la s-vendita. Non si presentò, invece, consentendo il misfatto; Bernabè si incazzò per 24 ore, minacciò il classico “muoia Sansone….ecc.”. Poi, altrettanto classicamente, fu tacitato (perché gli strumenti di persuasione sono molti e svariati) e il “delitto fu consumato” senza tante proteste (il “poppolo” non capì nulla come al solito). Nel 2000 Draghi divenne vicepresidente della Goldman Sachs (zona europea), nel 2005 scalzò Fazio alla Banca d’Italia e nel 2011 passa alla BCE, sempre fiduciario degli stessi di cui lo era già nel 1992.
Adesso, manca solo la ciliegina. Berlusconi, il cui “cuore gronda sangue” (si legga oggi, ferragosto, l’articolo di Guzzanti, ex incazzato nero antiberlusconiano, su questo “suo buon cuore”), otterrà l’attenuazione della stangata fiscale per il “ceto medio” (sono circa 700.000 i contribuenti sopra i 90.000 euro lordi l’anno), e quindi resterà ancora la (meno peggiore) copertura per la riduzione in servitù dell’Italia; Draghi e Napolitano garantiranno per la sua tenuta, l’elettorato (e i giornali) di centro-destra si rappacificheranno (almeno in buona parte). Adesso anche Fini – con cui gli stessi ambienti hanno ottenuto esattamente quanto perseguito (indebolimento e allineamento di Berlusconi), poiché era solo, come abbiamo scritto mille volte, la “prima linea d’attacco” che, ottenuto il suo scopo, ha poi lasciato il posto alla “seconda linea” (anche questa ormai da noi rivelata da mesi) – si sta riavvicinando; ma nel senso che è Berlusconi ad essersi sdraiato ai piedi degli americani (“obamiani”, per semplificare) non Fini ad andare a Canossa! Ci sarà adesso maggior tempo a disposizione per preparare il cambio della guardia, “scovando” un buon filo-Usa a prova di bomba, ma meno scialbo dei Monti (uno o trino), e via dicendo. E pensando pure alla presidenza della Repubblica che scade fra poco (e poi un uomo di 86 anni andrà cambiato infine, quel che è troppo è troppo).
E per il momento vi lascio a divertirvi su questi due articolini che credo gusterete.      

glg

Attilio Mangano, Vorrei capire meglio ( lettera a Gianfr.La grassa)ultima modifica: 2011-08-16T11:27:21+02:00da mangano1
Reposta per primo quest’articolo