khayyamsblog,Il nord e la mafia

giovedì 22 settembre 2011, posted by khayyamsblog@gmail.com at 09:39

Per combattere la mafia ci sono due tipi di aule da considerare: l’aula bunker e  l’aula universitaria. Si tratta di una novità degli ultimi anni, la nascita di corsi accademici dedicati alla storia e alla sociologia delle organizzazioni criminali.Unknown.jpeg

L’argomento può sembrare troppo pesante e poco attraente per le generazioni più giovani. Tuttavia la caratteristica comune, e in realtà sorprendente, è che le aule sono piene di studenti; l’attenzione durante le lezioni è molto alta, così come la passione e l’impegno civile degli astanti.
Accade in questi giorni a Milano, dove nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università pubblica è iniziato un corso su “L’ impresa mafiosa. Prospettive di analisi e strategie di contrasto”. 80 richieste per 35 posti disponibili, che sono diventati 50 perché, spiega Nando Dalla Chiesa – scrittore esperto in crimine organizzato e figlio del generale Carlo Alberto assassinato dalla mafia nel 1982 – “tutti avevano valide e concrete motivazioni per voler partecipare: è un segnale di interesse e di continuo bisogno di formzione”.
Patrocinato dal Comune di Milano, dalla Commissione parlamentare antimafia e dall’associazione Libera, il corso è arrivato “dopo aver osservato dalle recenti inchieste la profondità di penetrazione delle imprese criminali all’interno dell’economia lombarda – ha spiegato Dalla Chiesa – trovando tra l’altro ben poche resistenze da parte del sistema e un alto grado di omertà da parte degli imprenditori”.
La penetrazione della mafia nel Nord Italia
Membro del Parlamento per quattro legislature nelle file della sinistra, Nando Dalla Chiesa ha sempre avuto un unico obiettivo: rompere il legame tra la mafia e la politica. “Ma nessuno aveva pensato che la mafia potesse rivendicare qualcosa al Nord? Veramente i politici immaginavano di poter governare per 20 anni senza dover spiegare per quale motivo i clan calabresi erano stati in grado di realizzare case e affari in totale impunità?”. Vale a dire che più di 20 anni fa Cosa Nostra e la ‘Ndrangheta arrivarono al Nord, fecero buoni affari grazie all’apertura della società e sopratutto delle istituzioni politiche, sebbene molti continuino a negare la loro esistenza.
“La forza della mafia si trova fuori dalla mafia. E’ impossibile comprendere la lunga storia delle relazioni tra lo Stato e la mafia se non si accetta questa tesi. Vanno entrambe nella stessa direzione, non necessariamente perché si è giunti a un accordo attorno a un tavolo, ma perché le strategie mirano a un solo risultato”, dice Nando Dalla Chiesa.
La penetrazione dei clan in Lombardia è impressionante. Secondo le ultime cifre, 500 persone risultano affiliate alla ‘Ndrangheta, 180 detenzioni dal  giugno dell’anno scorso, 15 omicidi – tra cui quello della collaboratrice di giustizia Lea Garofalo, scolta nell’acido -, 160 imprese sono state vittime di estorsioni, 15 famiglie gestiscono affari illegali.
E tutto questo nel silenzio delle istituzioni e degli imprenditori. Prima e dopo l’estorsione. “Tuttavia, il problema è che il Nord non ha pagato il prezzo più alto della mafia e ci si inganna credendo di non doverlo pagare”, ha detto il presidente del corso. Lo conferma la Direzione Investigativa Antimafia che nel suo rapporto annuale parla di un vero fenomeno di “colonizzazione” e di infiltrazioni nell pubblica amministrazione.
Il fronte antimafia
E i cittadini di Milano? Sono complici? “No – ribatte Nando Dalla Chiesa -. Tuttavia non si rendono conto che c’è un nemico che opera senza ostacoli. Se vogliono realmente combattere la mafia bisogna iniziare da qui. Dalle aule universitarie. E adesso nella coscienza comune esiste un movimento che sente questa necessità”. Il fronte antimafia “è nato dopo l’assassinio di mio padre, dice Dalla Chiesa. E’ stata la prima figura nazionale legata al Nord assassinata da Cosa Nostra. Ora ci sono molti studenti e ricercatori che lottano contro questo fenomeno. Tuttavia, c’è un lungo cammino da percorrere”. Ma come far fronte a questa visione collettiva? “C’è un allarme Nord. Siamo realisti. Un’emergenza che deve essere fronteggiata con rapidità. Ma prima di tutto bisogna dire che il nemico si trova lì. Ebbene sì, la mafia esiste anche al Nord. Adesso siamo obbligati ad assumerci le nostre responsabilità”. [original version]

 

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