Corrado Bevilacqua, Rigor mortis

Rigor mortis
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Continuare sulla via del rigore, intitola La stampa un suo editoriale.
Giusto. Anni di spendi e spandi hanno minato le fondamenta della
società e messo in crisi l’economia. Il rigore però non è sufficiente.
Occorre un progetto di società, un programma economico, una visione
del futuro la quale non può essere quella di chi mette la propria vita
nelle mani dei mandarini del Finanzkapital.

Perché di questo s tratta. Non è sufficiente appellarsi a Hans Joans e
alla sua visione olistica della vita. Occorre la speranza. Occorre
Ernst Bloch. Occorre il coraggio dell’utopia. Occorre riscoprire il
fascino delle grandi narrazioni. Occorre avere il coraggio di mettersi
nuovamente per mare. In una parola, occorre un nuovo Rinascimento..

Occorre riscoprire le origini della nostra civiltà, la quale non si
fonda sulle banalità filosofiche di Federico Augusto von Hayek e sulle
robinsonate di Milton Friedman, ma affonda le proprie radici nella
cultura classica. Occorre rifondare i nostri concetti fondamentali
avendo per guida quella che il grande Pico della Mirandola chiamava
dignità dell’uomo.

La globalizzazione ci pone in una posizione simile a quella nella
quale si trovarono gli europei dopo la scoperta dell’America e il
conseguente avvio della navigazione oceanica che portarono gli europei
all’incontro con l’altro, a mutare il proprio concetto di spazio come
si evince dalla rivoluzione che si ebbe nella concezione dello spazio
pittorico; a mutare il proprio senso del tempo; in altre parole, a
mutare la propria concezione della vita, della natura, dell’individuo.

Era il 1492. Anno della liberazione della penisola iberica dagli
infedeli e della cacciata degli ebrei dalla Spagna. Alcuni decenni
prima, nel 1453, Costantinopoli era caduta in mano agli infedeli. Per
gli europei dell’epoca fu un evento di cui è difficile comprendere
oggi la drammaticità. Esso, però, ebbe anche i suoi risvolti positivi.

Per le vie più diverse, come quella seguita dalla biblioteca del
cardinale Bessarione, la caduta di Costantinopoli favorì la diffusione
della cultura classica in occidente e con essa favorì lo sviluppo
della civiltà moderna e l’affermazione di un nuovo concetto di
individuo.

Oggi,noi ci troviamo in una situazione simile. La globalizzazione ci
pone infatti nella necessità di pensare a noi stessi e ai nostri
rapporti con il mondo che ci circonda come accadde agli europei del
‘500. Nel fare questo, essa ci ripropone le grandi domande di sempre;
domande che da troppo tempo noi rifiutiamo di porci con la conseguenza
di essere finiti in un vicolo senza uscita. Il nostro futuro dipende
dal modo in cui risponderemo a queste domande

Note
E. Garin La cultura filosofica del Rinascimento, Sansoni
E. Cassirer Individuo e cosmo nel Rinascimento, La nuova Italia
S. Toulmin Cosmopolis,Rizzoli
J. Habermas Il discorso filosofico della modernità, Laterza
D. Harvey Critica della modernità, Il saggiatore
T. Adorno, M.Horkheimer Dialettica dell’Illuminismo, Einaudi
T. Todorov La scoperta dell’America, Einaudi
L. Balducci Confluenze, e/
A. Touraine Crisi della modernità, Il saggiatore

Corrado Bevilacqua, Rigor mortisultima modifica: 2012-09-10T12:15:46+02:00da mangano1
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