Intervista a Ferdinando Scianna,fotografo siciliano

e9bce4cc968db9e20706a4b5420a98ad.jpgSul ” Corriere della sera” Gianluigi Colin intervista il fotografo siciliano Ferdinando Scianna. ( “Penso, ricordo e parlo in bianco e nero”). ” Non ho nessun tipo di sentimento gerarchico. Il bianco e nero è la tradizione della fotografia. Oggi lo si usa per una scelta linguistica più che per un atteggiamento di superiorità estetica… La fotografia a colori è fortemente condizionata da scelte industriali. I cieli delle vecchie diapositive che si usavano fino a poco tempo fa non erano i cieli che sceglievano i fotografi, erano i blu che le grandi multinazionali della fotografia imponevano con la qualità di certe pellicole su altre. …. Io uso molto il colore. Ma sono le foto in bianco e nero che sento veramente mie. Sono la mia lingua natale. ..Ma vorrei aggiungere qualcosa sul legame tra fotografia e memoria. I nostri album di famiglia, per persone che hanno almeno quarant’anni, sono tutti in bianco e nero. Mi ricordo di una ricerca fatta un pò di tempo fa sul tema della guerra in Vietnam: avevano chiesto come era entrata nel sentimento americano la consapevolezza del dramma che stava maturando – Tutti rispondevano che era stata la televisione il mezzo di questa crescita di coscienza. Ma poi, quando si chiedeva più precisamente quale fosse il ricordo di un fatto, tutti rispondevano citando una fotografia. Quella della bimba colpita dal napalm o quella del vietcong giustiziato da un colpo di pistola, o altre, non importa, era una fotografia- Un’immagine in bianco e nero a imprimere nella nostra memoria il senso della storia”È il suo fotografare, quasi una rapida, fulminea organizzazione della realtà, una catalizzazione della realtà oggettiva in realtà fotografica: quasi che tutto quello su cui il suo occhio si posa e il suo obiettivo si leva obbedisce proprio in quel momento, né prima né dopo, per istantaneo magnetismo, al suo sentimento, alla sua volontà e – in definitiva – al suo stile. »(Leonardo Sciascia)Ferdinando Scianna (Bagheria, 1943) è un fotografo italiano. Da giovane si iscrive alla Facolta di Lettere e Filosofia presso l’Università di Palermo, studi che presto interromperà. A vent’anni stringe l’amicizia con lo scrittore Leonardo Sciascia con il quale, a soli ventuno anni, pubblica il suo primo libro di foto, con la prefazione proprio di quest’ultimo: “Feste religiose in Sicilia”. In questo libro riesce ad immortalare momenti salienti di numerose feste religiose di tutta la Sicilia: il libro ottiene il prestigioso premio Nadar.Nel 1967 si trasferisce a Milano dove comincia a lavorare per il settimanale l’Europeo, facendo il fotoreporter e l’inviato speciale. Successivamente si trasferirà a Parigi dove farà il corrispondente per 10 anni. Qui scriverà per “Le Monde Diplomatique” e “La Quinzaine Littéraire”, di politica per il primo, di fotografia e letteratura per il secondo.Nel 1977 pubblica in Francia “Les Siciliens” e in Italia “La Villa Dei Mostri”. In questo periodo conosce Henri Cartier-Bresson. Nel 1982 entra nella prestigiosa agenzia Magnum introdotto proprio dal maestro Henri Cartier-Bresson. La sua collaborazione con scrittori famosi continua con successo e nel 1989 viene pubblicato il libro “Le forme del caos” con la prefazione dello scrittore catalano Manuel Vázquez Montalbán.Dal 1987 comincia a lavorare a reportage e ritratti, alternando questi lavori a quelli di alta moda e pubblicità affermandosi a livello internazionale come uno dei più richiesti fotografi. Nonostante l’impegno commericale trova il tempo per svolgere un’attività giornalistica fra Italia e Francia con notevole successo sui temi di cui si è sempre occupato.Nel 1995 ritorna al passato riaffrontando i temi religiosi del suo primo libro e pubblica “Viaggio a Lourdes”. Nei due anni successivi produce le migliori immagini del suo progetto “Dormire Forse Sognare”. Mentre nel 1999 vengono pubblicati i sui ritratti al famoso scrittore argentino Jorge Luis Borges.Nel 2003 esce il capolavoro “Quelli di bagheria” dove, mettendo assieme foto del suo passato, ricostruisce la sua giovinezza nel paese natìo. Nel dicembre 2006 viene presentato a Roma il calendario 2007 per la Regione Siciliana: 12 scatti nei quali ritrae la famosa attrice messinese Maria Grazia Cucinotta sulle montagne siciliane dei Nebrodi.

Intervista a Ferdinando Scianna,fotografo sicilianoultima modifica: 2008-02-13T15:56:59+01:00da mangano1
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