Attilio Mangano,Il concetto di PERSONA e la sociologia

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attilio mangano, il concetto di PERSONA in sociologia

recensione del libro di LEONARDO ALLODI, LORENZA GATTAMORTA , “Persona” in sociologia, Meltemi editore, 2008,pp 264,EURO 23

E’ possibile e opportuno ripensare il concetto di persona dentro il dibattito sociologico contemporaneo? Si tratta di un interrogativo quanto mai legittimo e carico di implicazioni per la ricerca stessa, come dimostrano i curatori dell’opera, Leonardo Allodi e Lorenza Gattamorta ( che hanno invitato numerosi studiosi a intervenire da angolazioni diverse) e al tempo stesso si tratta di operare un insieme di connessioni fra concetto generale, sua risonanza tradizionale interna alla stessa cultura occidentale e sua affinità o differenza con altri concetti che operano nella tradizione della cultura sociologica. Il concetto di persona infatti è una tale pietra miliare della storia occidentale da marchiare di sè molti aspetti della tradizione filosofica e giuridica, è una di quelle parole-chiave della nostra civiltà che accompagnano la storia delle idee lungo diverse direzioni : dal ” pros-opon “( posto di fronte) del greco antico al ” personare” latino, che hanno come riferimento il volto artificiale, la maschera dell’attore, la risonanza della voce attraverso la maschera ai significati posteriori che caricano il concetto ( centrale la ” persona giuridica” ,un’altra specie di maschera, ovvero l’essere umano singolo in quanto portatore di diritti ) il significato del termine persona si estende e si articola entrando a pieno titolo nel corpus del sapere filosofico e nella storia dei molteplici dualismi ( anima e corpo, individuo e società, natura e cultura, spirituale e corporeo) che la contraddistinguono. Persona è dunque insieme cittadino e anima , maschera, ruolo, individuo, self. Nel libro ritroviamo le definizioni classiche più famose e le variabili, il solo ricordarle e metterle a confronto impegna a una rivisitazione di fondo di tutti i saperi della modernità. D’altronde, come viene a sua volta rilevato, il dibattito contemporaneo verte anche sulla crisi stessa della modernità e con essa di gran parte delle sue categorie centrali, ” coscienza”,”io”, ” soggetto”. Così il concetto di persona, che troppo spesso la tradizione novecentesca ha legato filosoficamente al ” personalismo” di Mounier e quindi a una lettura di tipo religioso, viene riaffacciandosi ed entrare nella cultura sociologica ( anche qui le sorprese non mancano, a ben vedere infatti basta rileggere oggi una affermazione come questa di Durkheim, uno dei padri fondatori della sociologia, per prendere atto che di persona se ne parlava anche prima. ” Nessuno contesta al giorno d’oggi il carattere vincolante della regola che ci ordina di essere, e di essere sempre di più, una persona” scriveva infatti Durkheim nel 1893 ne ” La divisione del lavoro sociale”, a conferma del fatto che i grandi maestri hanno spesso un approccio più vasto di quello che in seguito viene praticato dai discepoli. Allodi e Gattamorta richiamano per primi questa affermazione nel momento in cui vanno proponendo di lavorare col concetto di persona prendendo atto del punto morto cui sembra essere pervenuta la teoria sociale stessa: se è vero che si possono individuare due modelli , fra loro contrapposti, ” quello dell’uomo iposocializzato, autosufficiente rispetto alla società. e quello dell’uomo ipersocializzato, del tutto dipendente da un ambiente sociale che lo plasma”, è il modello di essere umano che va ridefinito e il concetto di persona può servire allo scopo. Ben venga allora il richiamo ad autori, pur tra loro assai diversi,che hanno lavorato attorno alla ” persona”, si tratti di Habermas quando si occupa del tema dell’identità, di P.L. e di B. Berger quando discutono di noi e loro,affermando che solo attraverso gli altri possiamo giungere alla scoperta di noi stessi, o si tratti di Mead che spiega che una persona al limite è tale perchè può arrivare al punto di andare contro il mondo intero. Per non dimenticare ovviamente il Goffmann che si occupa degli atti molto piccoli, che rivelano possibili deviazioni dal ruolo prescritto. Per questo non si tratta di scoprire che proprio negli ultimi anni in modo aperto ed esplicito alcuni nuovi studi sociologici hanno lavorato apertamente con il concetto di persona ( il gruppo SPE in Italia, De Singly e Hirschhorn in Francia, Cahille e Archer in Inghilterra) ma di collegare la definizione stessa di ” individuo sociale” che ne è scaturita con la nozione più classica di ” Self”: a metà tra individuo, ruolo e personaggio , accettando un mescolarsi stesso dei richiami possibili. Il meritodelle varie ricerche che sono presenti nel volume è proprio questo, non una elencazione accademica di tutto quello che circola sul campo ma una indicazione aperta delle linee più innovative( ad esempio i nuovi studi sulla teoria del dono nel Mauss, movimento antiutilitaristico delle scienze sociali, un oltrepassamento e una rimessa in discussione delle teorie sistemiche di luhmaniana memoria e di quelle letture del nesso sistema-ambiente in cui l’uomo ( la persona, l’individuo sociale etc) appunto ” non è più il metro di misura della società” per dirla con Luhmann stesso. Meglio occuparsi, dice nella sua introduzione Vincenzo Cesareo, di ” autori e tradizioni di pensiero che a volte sono stati ingiustamente lasciati ai margini”. Come, si veda più avanti, Hans Jonas o come la grandissima Anna Arendt, che ci ha consegnato una delle più belle definizioni del concetto stesso di persona, quella per cui essa coincide ” con il vivere come distinto e come unico essendo tra eguali”.

Attilio Mangano,Il concetto di PERSONA e la sociologiaultima modifica: 2008-05-18T16:10:16+02:00da mangano1
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