Gloria Gaetano, Ho cercato

Questa è una poesia che mi ha pubblicato Pironti. Sempre sui problemi della salute mentalea Se poi la ritieni adatta al tuo blog, mi farebbe piacere se la inserissi. Gloria
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Ho cercato l’amicizia, l’amore, la gioia,
Ho perso gi0rnate intere sui bordi del mare e dell’acqua verde,
trovando solitudine e persone, giocando un pò,
ricordi il mio sorriso?,
e ne ho trovate tante su quel limite,
confine di vita e di intuizione, di piacere e di piccole verità.
Ho incontrato te,un giorno,che tentavi le stesse
avventure della vita,con dolcezza, con un pò di sofferenza.

Poi uomini che mi hanno promesso mondi, case,giornate cariche
d’azzurro, tramonti rossi senza fine.
Ma io amavo la notte,
la notte dei miei pensieri e anche della festa,
del divertimento, della dimenticanza.
La notte in cui si poteva amare a lungo, incontrarsi,
per poi accettare naturalmente il mattino.
La musica penetra la notte, la poesia la scava,
e ci restituisce intatti al sole.
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Mille promesse, mille piccoli inganni, neanche voluti,
quelli che volevano starmi accanto, non hanno saputo ,
volevano il possesso dell’acqua e della luna, hanno tentato
di lacerare qualcosa di me,che sono acqua e luna, e non mi
potevano ferire,perchè l’acqua, come la luna
non si scalfiscono.

Le piccole crudeltà, le piccole piaghe si rimarginano subito.
Torna il mattino, torna il rosso del’estate,
e le ferite sono scomparse.
Anche le parole dure, la dura polemos dei rapporti,
il volerti diversa, la lotta per il possesso,
non mi hanno lacerato. C’era sempre l’estate, il mare,
un amore tutto mio, ai bordi del mare.
Li ho delusi forse, avevo l’aria sognante delle persone
che nuotano,che s’immergono e risalgono
senza paura.
E così tutti mi ricordano,nel lo svagato sapore delle acque,
nelle nascoste gioie della notte.
So che i ricordi erano piacevoli e davano sapore alle loro vite.gloria2.jpg

Come il sole,sotto cui stendevo il mio corpo,
si può amare una persona così e si può dimenticarla.

Nessuno ha distrutto veramente le mie intuizioni
di luce,acqua e notte.
Nessuno, la mia forza, la mia ostinazione nel non perdermi,
lo ha impedito.

Finchè ,all’improvviso, il dolore,inimmaginabile,all’inizio poco convinto,
e poi le lacrime che inondavano il mio corpo.
E non c’era consolazione, nè appoggio,nè aiuto.
La lotta continuava,questa volta contro ferite ben diverse.
che cercavo di medicare con le illusioni.
L’amore più grande,l’unico,forse, mi aveva stretto in una morsa
senza liberazione.L’amore per una figlia è il più travolgente,
il più disperante. La malattia aveva occupato la mia vita,
smascherato gli inganni e le illusioni,
mi aveva sbattuto contro un muro.
E non ci fu più altro.
Solo un’amica, mia figlia, solo una vicinanza, una fratellanza
con lei.
Ho tentato con altri uno strano mélange di amore e amicizia.
Ho parlato, ho pianto, convinta che la persona, quella che
sembrava più vera,mi ascoltasse. Ho parlato,scritto, forse anche pregato.
Sì,mi vergogno, ho pregato.
La mia forza, la mia polemos svanite. Rimanevano paure,
speranze in una sola persona,perchè proprio quella,
voglia di essere aiutata a riprendere la vita,
quella che mi piaceva,non un’altra?.
Anche con altri ho pianto e parlato.
La noia sui loro volti, e soprattutto il timore di essere coinvolti.
E quindi il silenzio,la solitudine.
L’amore, l’amicizia era tutta per quella piccola lei,
impaurita, raggelata non so da quale senso della vita,
Lui,stanco di ascoltare, aggressivo,preso da altre cose.
Rimproveri,rimproveri,perchè non sono più quella donna.
Non sono più molto brava,sono stupida, lenta, casalinga,
e noiosa. E soprattutto si può provare paura.
Si può rompere un equilibrio, io so quanto fragile.
Tutti devono essere lasciati in pace. La malattia assimilata
allo scorrere del quotidiano. La follia trova un suo piccolo
equilibrio,diventa quasi dolce,accettabile.

ma io so quanto dolore c’è sotto, quanto fuoco cova, come sarà
dura quando esploderà tutto,da questo equilibrio di farmaci,
di piccole simulazioni. E tu, con le tue fughe, con le tue orecchie piene
di cera, per non udire più il canto dellesirene,tu, così dolce, così attento,
non sai più dire parole di conforto e amicizia,non sai acsoltare il dolore,.
Lo so, dovevo tacere con te e con tutti.Non sarei stata così sola.
E so che adesso sono condannata al silenzio, al dolore chiuso,che fa fatica a trovare la via delle lacrime.
So che devo tacere. E avere la mia unica amica, io che divento come lei,piano,
senza accorgermene. Io che non devo più parlare, per non disturbare
la pace tua e degli altri. E io ,ormai, non so più tacere.
Adesso il silenzio è una crudele condanna

Gloria Gaetano, Ho cercatoultima modifica: 2009-01-09T23:08:00+01:00da mangano1
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Un pensiero su “Gloria Gaetano, Ho cercato

  1. grazie per la tua collaborazione, ricordo ancora la lettera a Galimberti, credo che la discussione sulla psichiatria e Basaglia proseguirà–

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