Stefano Milani, “Pettirosso”,Gino Paoli e la pedofilia

da L’UNITA’, 24 gennaio 2009
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stefano milani

La canzone sulla «pietas» che non piace alla Mussolini

gino paoli, pettirosso

Aveva gli occhi come un pettirosso
era una donna di undici anni e mezzo
si alzò la gonna per saltare il fosso
aveva addosso un vestitino rosso.

Mentre passava in mezzo a quel giardino
di settant’anni incontrò un bambino
voleva ancora afferrare tutto
e non sapeva cos’è bello e cos’è brutto
e l’afferrò con cattiveria
lei si trovò le gambe in aria
lui che cercava cosa fare
c’era paura e c’era male.

E il male lo afferrò proprio nel cuore
come succede con il primo amore
Ee lei allora lo prese tra le braccia
con le manine gli accarezzò la faccia
così per sempre si addormentò per riposare
come un bambino stanco di giocare”

Si può cantare di pedofilia? Come la vedete? Questione delicatissima. La solleva ora un brano di Gino Paoli: nel nuovo cd «Storie», nel brano «Il pettirosso» canta di una bambina di 11 anni stuprata da un 70enne che poi muore e la piccola prova pietà. Segue un diluvio di polemiche. La Commissione parlamentare sull’infanzia presieduta da Alessandra Mussolini con voto unanime ha convocato il cantante. Che non intende rispondere all’invito.

Alessandra Mussolini ha detto: il testo invia “messaggi” che possono «essere molto devastanti. Per il pedofilo non c’è perdono. La nostra non è censura ma le istituzioni devono ascoltare». Di “perdono”, però, la canzone non parla. Ad Avvenire il cantante ha spiegato: la bambina «davanti al vecchio pazzo che dopo la violenza le muore sotto gli occhi, esercita quella pietas cristiana di cui invece la società nella sua spasmodica ricerca del mostro ha perso traccia».

A questo punto entra in gioco la libertà di espressione: è legittimo che un cantante debba rispondere a una commissione parlamentare? Cioè che debba rispondere al potere politico? Secondo questo criterio, Nabokov avrebbe potuto pubblicare il romanzo Lolita? E Kubrick avrebbe potuto girarci su un film? Il tema è delicato. Di’ la tua.

Stefano Milani, “Pettirosso”,Gino Paoli e la pedofiliaultima modifica: 2009-01-24T19:53:00+01:00da mangano1
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4 pensieri su “Stefano Milani, “Pettirosso”,Gino Paoli e la pedofilia

  1. da LUCIANA MANGANO

    ancora lui, sì Paoli,
    profeta di qiesta era che sentivo e sapevo
    di grande cambiamento,
    che ci ha fatto piangere
    sognare amare ballare
    creando immagini di poesia emozionante
    piene di luce struggente
    e ancora lui mi
    torna nella mente
    con il suo “vecchio bambino
    che gioca con un pettirosso
    un vecchio bambino
    in un giardino”
    Quanta pietas
    in questa senescenza
    morente
    e quanto amore
    in una ingenuità
    di infante!!!
    Che richiamo profondo
    al nostro cuore
    cristico
    al nostro centro
    di puro diamante!

  2. ma…io nn capisco 1 cosa….perchè in italia s dia retta a personaggi d dubbio gusto cm la mussolini, quella che grida “frocio” a luxuria qnd nn ha + niente da dirgli su altri argomenti…
    perchè nn c scandalizziamo della negligenza ed ignoranza d certi “professionisti” che fanno d tutto 1 pò in italia, dal politico, all’opinionista, solo perchè sn raccomandati e figli di papà…
    credo siano altre le cose d cui scandalizzarsi in italia nn certo 1 canzone che sinceramente mi sembra davvero travisata da questa “mussolini” semmai è lei che ogni 5 minuti crea 1 caso per qlcsa giusto per darsi delle arie e farsi pubblicità…
    del resto sn + sorpresa da chi gli da retta…
    siamo proprio 1 popolino!!!!

  3. Sono molto amareggiato nel leggere certi apprezzamenti appassionati alla canzone “il pettirosso”di Gino Paoli.
    Al di la del fatto che una bambina di 11anni venga definita “donna” (considerando che qualche depravato le vede così) è inquietante,ma la cosa veramente inaccettabile è che il pedofilo viene paragonato ad un bambino che non è in grado di distinguere il bello dal brutto!Già, il tema tratta di pedofili(che non sono matti incapaci di intendere e di volere),ma sono quasi sempre persone lucidissime e consapevoli…
    Affrontando questo tema scabroso Paoli non spende nemmeno una parola per descrivere il vero dramma della pedofilia ossia:la SOFFERENZA delle vittime innocenti ;mentre si è concentrato nella rappresentazione del carnefice”un bambino che non sa distinguere il bello dal brutto”cioè poco(o per nulla ) consapevole del crimine che commette(cosa falsa per quanto riguarda i pedofili).Che sensibilità..
    Curioso il fatto che Paoli tiri in ballo la pietas cristiana dopo che ha + volte ammesso di non avere un’etica e non essere credente!
    Affrontando il tema con queste inprecisioni,senza comunicare quanto male devono subire le vittime,si induce la gente a non comprendere la gravità di queste violenze creando indifferenza (e facendo abbassare la guardia)nei confronti della pedofilia

  4. ti assicuro che non mi è arrivato, se vuoi mandalo di nuovo e intanto i inserisco questo stesso

    Il giorno 30/gen/09, alle ore 15:42, maria giglio ha scritto:

    Ciao, grazie per gli allegati…..uno è particolarmente tenero! Ho seguito sul blog la discussione sulla canzone di Paoli, anzi avevo scritto un commento che non ho visto pubblicato e, poiché non approvo la posizione del cantautore su questo argomento, ho pensato che il mio modo di “leggere” il testo non fosse
    condiviso e condivisibile. Ora, invece, leggo che qualche altro,come me, ritiene di cattivo gusto e, soprattutto pericoloso, diffondere un messaggio così ambiguo sulla pedofilia. Meno male, perché, erroneamente, ho temuto che sul blog non vi fosse piena libertà d’espressione.

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