Luigi Mascheroni, Il buon vecchio Mark Twain

da IL GIORNALE, 17 MARZO 2009
LUIGI MASCHERONI, iL BUON VECCHIO MARK TWAIN
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Guarda chi si rivede, il vecchio buon Mark Twain. Adesso sì che si legge!

Caro vecchio Mark, anzi «Good Old» Mark, non finirai mai di stupirci. E di divertirci, ovviamente. È sempre un piacere avere a che fare con Mark Twain, alias Samuel Langhorne Clemens (1835-1910), il “pennivendolo” a proposito del quale William Faulkner disse che fu il «primo vero scrittore americano» e Ernest Hemingway che «Tutta la letteratura moderna statunitense viene da “Huckleberry Finn”». Dagli Stati Uniti arriva infatti la notizia che il 21 aprile sarà pubblicata un libro che raccoglie molto materiale dell’autore de «Le avventure di Tom Sawyer». Il titolo del volume è «Who is Mark Twain?» («Chi è Mark Twain?») che fa riferimento alla prima conferenza pubblica tenuta dallo scrittore a New York: quella, infatti, fu la domanda che l’interessato sentì porsi ad alta voce da due uomini mentre conversavano davanti ad un manifesto pubblicitario che annunciava l’imminente incontro.
La raccolta conterrà 24 testi, dove spiccano il breve racconto inedito «The Undertaker’s Tale» e il saggio di critica letteraria dedicato a Jane Austen, l’autrice inglese di «Orgoglio e pregiudizio». Il volume edito da HarperStudio è curato da Robert Hirst, direttore generale del Mark Twain Project dell’University of California, l’istituzione culturale di Los Angeles che custodisce gran parte dei suoi manoscritti.
«The Undertaker’s Tale», un ironico racconto sui funerali, che prende spunto dalla storia di un orfano che viene adottato da una famiglia impegnata a rimborsare un debito sarà pubblicato anche in rivista, nel numero di primavera di «The Strand», il leggendario magazine americano della letteratura mystery risuscitato negli Usa nel 2000, dopo essere stata fondato nel 1891 in Inghilterra, dove è stato edito fino al 1950 (i primi numeri delle rivista sono entrati nella storia della letteratura perché pubblicarono i racconti di Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle). «The Undertaker’s Tale» ha tutti gli ingredienti di una grande storia di Twain, sentimentale ma anche carica di ironia tagliente, ha detto Andrew Gulli, direttore di «The Strand». 
E intanto anche qui da noi è possibile assaporare, anzi ri-assaporare, un piccolo piacere. Ossia un racconto spiazzante e divertentissimo – forse non fra i più noti ma di certo fra i più caustici del papà di Tom Sawyer e di Huckleberry Finn – che torna grazie alla casa editrice Passigli, esperta in repêchage d’autore, che ripubblica in questi giorni «Favole erudite per bravi vecchi bambini». Scritto nel 1874 per la celebre rivista «The Atlantic Monthly», che però rifiutò il testo preferendogli il racconto «Old Times on the Mississippi», queste «Favole» uscirono l’anno successivo perdendo nel titolo l’aggettivo «learned», «erudito», ma non la carica ironica e dissacrante. Lo scritto di Twain in realtà è un’unica favola che con lievità ma in modo impietoso mette alla berlina tutti i luoghi comuni dell’«americanismo» del tempo: la fiducia nell’avvenire grazie alla scienza e al progresso, lo strenuo ottimismo, la ricchezza come unico valore… Così nell’apologo di Twain – un autore che cominciò la sua carriera di scrittore di versi umoristici, e finì come un severo, quasi profano cronista delle vanità, ipocrisie e crudeltà commessi dall’umanità – la spedizione scientifica degli animali della foresta, dal dottor Ranocchio al signor Cavalletta, dal professor Lumaca all’Esercito dei vermi, e fino all’umile e continuamente zittito Scarabeo, serve a mettere a fuoco la cecità e vanagloria umana, con “scoperte” che vanno dall’individuazione del solstizio invernale nelle rotaie del treno al misterioso «ritrovamento lamellibranchiforme» sul quale il Re viene portato in processione e che non è altro che stereo di vacca…

Luigi Mascheroni, Il buon vecchio Mark Twainultima modifica: 2009-03-17T16:59:00+01:00da mangano1
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