Massimo Tomasutti, Meneghello e il 25 aprile

Massimo Tomasutti

25 aprile 2009: il tempo presente
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Il prossimo 25 aprile, 64° anniversario della Liberazione, non pensate al miserando ed indegno spettacolo offerto da questa classe politica e a tutto l’odierno ed inquietante ‘contesto’ socio-economico, ma fate una cosa bella e intelligente: leggete alcune pagine di uno straordinario libro, I piccoli maestri, di Luigi Meneghello, lo scrittore vicentino deceduto poco tempo fa e unanimemente considerato come uno dei più grandi scrittori della narrativa italiana contemporanea. Vi troverete un’avvincente, ironica ed antieroica rappresentazione della Resistenza italiana, forse l’avventura più appassionante e coraggiosa intrapresa da una parte del nostro popolo nel corso del Novecento. E’ un testo che magistralmente illustra i temi e motivi del Meneghello ‘cantore’ di quella provincia veneta un tempo ancora viva e ‘poetica’ e oggi ormai del tutto perduta: l’intensa adesione al reale vissuto, la sofferta umanità di un gruppo di studenti ‘resistenti’ trasformata in un sapiente intreccio di storie personali e storia corale, la suggestiva descrizione di luoghi, paesaggi e personaggi, la carica di ironia e di antieroicità espressa (“Rastrellamento: la cosa, la parola stessa erano nuove. La notte che ci fu annunciato per la prima massimo1.jpgvolta l’arrivo di un rastrellamento tutto per noi, ci mettemmo a fare i sacchi nel buio, tra una confusione molto interessante; era come un formicaio, tutti si giravano attorno reciprocamente…”). Così, dopo aver ritrovato con Meneghello il sapore autentico, vero della storia d’Italia migliore, uscite in strada e confrontatela, invece, con la ‘strana’ atmosfera di questo 25 aprile 2009. Nell’Italia del Popolo delle Libertà – l’Italia di questo aprile -, non si può non avvertire la conclamata assenza di uno spirito civile fecondo, di un intento morale complessivo davvero dedito all’”interesse generale” del Paese, come quello che faticosamente germogliò dalla Resistenza e che infine confluì nella nostra Costituzione. Tutto oggi sembra, infatti, pesantemente ‘stridere’ con questi valori fondanti del nostro consorzio civile. La Resistenza, la sua lezione storica e politica, può, così, ancora nutrire di sé il nostro presente e il nostro futuro a condizione di ‘leggerla’ come pietra angolare del nostro Paese, come carattere antropologico irrinunciabile ed indiscutibile del suo essere-Stato. Un carattere che, al di là di ogni discutibile “Sangue dei vinti”, può aiutare a riscoprire progetti e speranze, a rinverdire ‘paesaggi’ considerati perduti per accorgersi nuovamente, con Meneghello, di riuscire a vedere tutto ancora “abbastanza chiaro

Massimo Tomasutti, Meneghello e il 25 aprileultima modifica: 2009-04-20T19:51:00+02:00da mangano1
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