OMBRE
Ricordo a volte dell’infanzia accesa
I luoghi con stupore come un vecchio
Che parla ormai da solo con le ombre
La stanza rossa illuminata a sera
O il giallo della sabbia in cui correvo
Gridando coi fratelli.
Nella terra bruciata la cicala
Impazziva cantando tra i limoni.
A tavola guardavo le sorelle
Cicaleggiare liete, il loro corpo
Già diverso dal mio, le parolacce
Sussurrate ammiccando.
E poi la noia dei giorni, le parole
Scritte col carboncino sopra il muro,
il rumore di un carro in lontananza,
lo scrosciare dell’acqua al rubinetto,
la stanza che sembrava una prigione
quando fuori pioveva.
Cercavo amore, adesso so, un suo segno
Nelle cose un po’ magiche scoperte
Da un bambino curioso. E nella sera
Mi nascondevo sotto le coperte
Abbracciando più forte il mio cuscino.